Genova – Sarà una perizia disposta dal Tribunale ad accertare se ci sono stati guasti all’impianto frenante del bus che ha travolto e ucciso Chiara Costa, 43 anni, mentre si trovava ferma al semaforo davanti alla stazione di Brignole, in direzione levante.
L’autista del mezzo ha dichiarato di aver frenato con tutte le forze senza ottenere “risposta” dal bus che ha prima agganciato e poi investito la donna, madre di 4 figli, senza lasciarle scampo.
Sequestrato anche lo scooter della vittima per accertare dove è avvenuto l’urto e per cercare tracce utili a ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente.
L’autista del mezzo è indagato come atto d’ufficio e per consentirgli la difesa anche perchè alcuni testimoni avrebbero raccontato di una lite tra l’uomo e un altro motociclista che potrebbe averlo “distratto” al punto da non accorgersi che un altro mezzo a due ruote era proprio davanti a lui o parzialmente nascosto dalla mole del bus.
La vittima dell’incidente lavorava come assistente sociale del Comune di Genova ed era figlia di Giovanni Battista Costa, tra i fondatori di Costa Edutainment (che gestisce l’Acquario) e presidente del Consorzio del Mercato del Carmine.