Genova – E’ stato rimosso il blocco portato avanti dai lavoratori edili autostradali davanti al casello di Genova Ovest.
Il presidio era iniziato questa mattina intorno alle 9.30 ed era stato il punto di arrivo di un corteo che ha visto scendere in strada i dipendenti delle società Pavimental e Spea in sciopero contro il nuovo codice degli appalti.
Durante la manifestazione sono stati movimentati anche dei mezzi pesanti.
Intorno alle 12.15 il picchetto è stato rimosso ed i lavoratori che quest’oggi hanno incrociato le braccia si muoveranno in corteo verso la Prefettura di Genova.
I dipendenti delle due società, che hanno ricevuto la solidarietà dei colleghi delle regioni Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, presenti con alcune delegazioni, hanno deciso di scrivere a Papa Francesco.
“Santo Padre – si legge nella lettera – Siamo i lavoratori edili che operano nelle autostrade italiane. Il nostro posto di lavoro – circa tremila addetti in tutta Italia – è messo seriamente a rischio dall’applicazione di una norma del Nuovo Codice degli Appalti. Siamo coloro i quali operano di giorno e di notte, di estate e di inverno, nei cantieri lungo le autostrade. Il nostro impegno quotidiano consente l’efficienza e la sicurezza per la mobilità di milioni di persone e della merce. Senza lavoro perdiamo la possibilità di garantire alle nostre famiglie, ai nostri cari, una vita dignitosa. Da tempo stiamo chiedendo l’intervento delle istituzioni per porre rimedia a questa situazione ma al momento – nonostante l’impegno di alcune forze politiche – senza alcuni riscontro. Ci permettiamo di scrivere queste brevi righe poiché riteniamo molto attuali le parole pronunciate in occasione della Conferenza internazionale organizzata dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Noi siamo considerati merce. Siamo solamente numeri da essere sostituiti da altri numeri. Con costi inferiori ed in vortice al ribasso senza alcuna attenzione per la persona, la sua dignità e al conseguente progetto di vita. Grandi poteri economici ritengono massimizzare utili e profitti, esasperando il guadagno immediato in funzione del dio denaro. Sostunendo persone con altri persone costrette a guadagnare un centesimo in meno. Crediamo invece che il lavoro sia essenziale per la fioritura della persona ed anche una chiave dello sviluppo sociale.
Il lavoro non è mai una merce, né un mero strumento della catena produttiva. Continueremo a difendere il nostro posto di lavoro. Auspicando che parole di giustizia sociale siano ascoltate dalle persone di buona volontà delle Istituzioni, i migliori e sinceri saluti. I lavoratori, le lavoratrici edili delle autostrade italiane“.