Milano – Ancora un incidente sul lavoro che miete vittime. Questa volta a farne la spesa più alta sono stati tre uomini impiegati nella produzione di acciai Lamina, con sede in via Rho, a Milano.
Sono quasi le 17.00 di ieri pomeriggio quando gli operai della fabbrica si trovano a compiere una normale operazione di manutenzione in una fossa contenente un forno interrato un paio di metri.
Il capo produzione Arrigo Barbieri e un elettricista di una ditta esterna, Marco Santamaria, scesi un paio di scalini, hanno iniziato a lavorare quando, forse per la fuoriuscita di azoto, le cose si sono complicate.
L’allarme, secondo quanto ricostruito, non sarebbe scattato. Intanto dall’esterno due colleghi si rendono conto che qualcosa non va e, non vedendoli risalire, decido di chiamare i soccorsi prima di provare ad aiutarli. Il fratello di Barbieri, Giancarlo, impiegato nella ditta e a pochi mesi dalla pensione, vede la situazione di difficoltà e tenta di aiutare Arrigo ma sviene e precipita nella campana. Un altro operaio, Giuseppe Setzu, tenta di aiutarlo ma le esalazioni gli provocano la perdita dei sensi.
Dopo interminabili minuti sul posto sono arrivate le ambulanze che hanno trasportato i quattro in diversi ospedali in arresto cardiaco. Dopo il ricovero, di tre (Arrigo Barbieri, Marco Santamaria e Giuseppe Setzu) è stato dichiarato il decesso mentre è ancora in gravissime condizioni Giancarlo Barbieri. Altri due operai, anche loro intossicati dalle esalazioni, non sarebbero in pericolo di vita. Ricoverato in ospedale anche il vigile del fuoco che ha portato fuori dal pozzo i quattro.
Aperta un’inchiesta per fare chiarezza sull’incidente, coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pubblico ministero Gaetano Ruta.
La ditta è stata posta sotto sequestro e nei prossimi giorni si cercherà di stabilire cosa è accaduto all’interno del pozzo. I dipendenti, una trentina, sono increduli.
La società, operante dal 1949, è specializzata nella produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio.