Genova – “In realtà questo libro è stato un espediente per rompere le palle alla gente“. Scherza così Paola Maugeri, arrivata quasi al termine della presentazione del suo ultimo libro “Rock and Resilienza“, alla Mondadori di Genova. Il corridoio dedicato all’evento, in mezzo ai libri riguardanti la città Superba, sembra quasi un autobus, lungo e stretto, e l’autrice invita il pubblico a riunirsi un po’ di più prima di iniziare a raccontare la sua storia. Sì, perché nonostante il testo racconti dei grandi personaggi che nel corso della sua carriera ha incontrato e intervistato, della storia di Paola si tratta, del suo punto di vista, preciso e ficcante, sul mondo, musicale e non. I primi complimenti che arrivano, però, sono inevitabilmente per il suo aspetto fisico: 50 anni appena compiuti e un corpo invidiabile. Ma è quando inizia a parlare del suo mondo che la speaker diventa ancora più bella, ancora più somigliante a se stessa.
La riflessione di fondo è legata al cambiamento radicale nell’approccio alla cultura: la musica, in particolare, è diventata intrattenimento, la si trova negli aeroporti, sui mezzi di trasporto, nei negozi, e la cura e l’attenzione che meriterebbe è diventata del tutto secondaria. La profonda distrazione a cui siamo abituati priva la musica del suo potere salvifico e consolatorio, e rende ancora più emozionanti i racconti contenuti all’interno di “Rock and Resilienza”, dove i grandi artisti intervistati da Paola Maugeri raccontano di come siano riusciti a trovare il proprio posto nel mondo proprio grazie alla loro arte. Ma la musica, come l’arte in genere, è un’attitudine che va coltivata, richiede tempo e disciplina, consapevolezza e rispetto.
Le provocazioni nel corso della presentazione non mancano: l’autrice critica aspramente il mondo delle piattaforme digitali, che tramite algoritmi pensano di poter dare suggerimenti di ascolto e di condizionare così il gusto musicale di un ascoltatore. Il consiglio è quello di tornare a essere consumattori, che ascoltano musica acquistata, poca, ragionata, costruita e maturata insieme al proprio bagaglio di esperienze. La bulimia dell’ascolto, così come è stata definita la necessità di avere migliaia di file musicali nel proprio computer, genera disaffezione, porta allo scarso rispetto, non solo per il lavoro dei musicisti, ma della vita in generale.
Il dibattito continua, intervallato da domande e interventi del pubblico. Più di una voce chiede che cosa dovrebbe fare un artista emergente per non perdere le speranze in un mondo che ragiona da bignami su ogni fronte; Paola, con il tono di voce di chi comprende bene la delicatezza dell’argomento, racconta del successo dei grandi artisti incontrati nel corso degli anni, che è sempre arrivato come conseguenza di una naturale esigenza creativa. Occorre rimanere saldi, ancorati ai propri sogni, senza fretta di arrivare. Il tempo esiste nella misura in cui noi lo utilizziamo, e nei limiti di quante scuse decidiamo di creare per non fare ciò che vorremmo perché che ci spaventa.
Paola Maugeri, una sorta di grillo parlante, che sta girando l’Italia in lungo e in largo, cerca di smuovere le coscienze di chi la vuole ascoltare, cercando di far comprendere la bellezza autentica di un vinile pensato per un’occasione, di un ascolto di un album dall’inizio alla fine, di un approfondimento su un argomento che ci sta a cuore leggendo testi di riferimento. Senza seguire una playlist randomizzata. Consapevolmente.