Genova – Una perizia medico-legale sulle ferite del poliziotto accoltellato sei volte dal giovane di 20 anni ucciso durante un trattamento sanitario obbligatorio. A chiederla gli avvocati della famiglia di Jefferson Tomalà, il ragazzo di origini ecuadoriane ucciso con almeno sei colpi di pistola da un altro agente intervenuto nell’abitazione per soccorrere il collega aggredito.
Lo scopo della perizia è quello di accertare come si siano svolti i fatti all’interno della stanza del ragazzo dove gli agenti sono intervenuti con gas urticanti per cercare di disarmarlo.
L’esame delle ferite potrebbe fornire elementi utili ad accertare la direzione dei colpi e se il ragazzo fosse in piedi o a terra mentre sferrava i fendenti che hanno raggiunto uno dei poliziotti feriti.
Particolari importanti per accertare se la sua sia stata un’aggressione o una difesa dopo essere stato accecato dagli spray al peperoncino e visto che, subito dopo, un altro agente ha sparato ben sei colpi di pistola uccidendolo.
Gli avvocati della famiglia hanno anche precisato che la famiglia non ha rifiutato l’incontro con il ministro dell’Interno Matteo Salvini ma ha chiesto di poterlo incontrare in privato e non davanti alle telecamere, in Prefettura.
Solo quando è emerso che tale richiesta non sarebbe stata accettata, la famiglia ha preferito declinare l’invito per rispetto a quanto avvenuto e per il grave lutto appena subito e senza alcuna preclusione nei confronti del rappresentante del Governo italiano.
I funerali del ragazzo verranno celebrati nei prossimi giorni in forma privata.
Intanto migliorano, all’ospedale San Martino, le condizioni dell’agente ferito durante l’irruzione nell’appartamento di via Borzoli. I medici lo hanno dichiarato fuori pericolo ma dovrà restare in ospedale per le cure e la riabilitazione.