Genova – Riprenderanno questa settimana gli interrogatori degli indagati, 20 sino ad ora, per l’inchiesta sul crollo di ponte Morandi. Dopo i primi tecnici e funzionari, a palazzo di Giustizia di Genova potrebbero arrivare anche i vertici delle aziende e degli enti che avrebbero dovuto vigilare sulle opere di manutenzione e sulla sicurezza del ponte.
Ieri sono emerse alcune indiscrezioni su presunte anomalie riscontrate sui materiali usati per la costruzione di ponte Morandi come un numero inferiore di cavi di acciaio usati negli stralli (i tiranti) che sostenevano il ponte ma anche l’assenza di guaine e protezioni che avrebbero dovuto difendere l’acciaio contenuto nella struttura dall’erosione dell’acqua, del tempo e della salsedine presente nell’aria della valpolcevera, molto vicina al mare.
Elementi che, se confermati, getterebbero nuova luce sullo stato di salute del ponte Morandi ma potrebbero anche appesantire la posizione di chi avrebbe dovuto accorgersi di quanto stava avvenendo e non lo ha fatto o, peggio, se ne è accorto ma non ha dato sufficiente “peso” all’allarme lanciato.
Dagli interrogatori potrebbero poi emergere nuovi elementi di prova per iscrivere altre persone nel registro degli indagati. Un elenco che potrebbe aumentare addirittura di altri 60 nominativi, quelli della lista consegnata dalla guardia di Finanza ai magistrati che seguono il caso e che sarebbero persone informate sullo stato di salute del ponte o che avrebbero dovuto controllare la correta manutenzione di una struttura che mostrava tutti i segni dei suoi 0ltre 50 anni di vita.