Genova – Sbarcheranno questa mattina a ponte Etiopia, nel porto di Genova, le cinque enormi gru che verranno utilizzate per demolire e spostare ciò che resta del troncone ovest di ponte Morandi. Gli enormi macchinari, due dei quali semoventi su cingoli, arrivano dall’Olanda e dovranno essere trasferiti nella zona del ponte con non pochi problemi per la viabilità visto che, quasi certamente, sarà necessario chiudere strade e circolazione dei veicoli per consentirne il passaggio in sicurezza.
Una serie di viaggi, non meno di 30, che nei progetti dovrebbero avvenire in otto giorni, e che molto probabilmente creeranno altri disagi alla circolazione stradale tra il varco di via Lungomare Canepa e la zona del ponte Morandi.
La scelta delle gru è stata imposta dalle dimensioni dei frammenti delle pile che dovranno essere smontati e sollevati e, ancora, trasferiti a terra o su speciali piattaforme. Pezzi che potrebbero arrivare al limite delle 600 tonnellate previsti dai costruttori delle gru.
I viaggi più spettacolari saranno quasi certamente quelli delle due enormi gru dotate di cingoli e che potrebbero muoversi in autonomia per la vie della città seppur con lentezza e con ogni cautela necessaria viste le dimensioni.
Quasi certamente, se si deciderà di farle muovere in autonomia, gli spostamenti avverranno durante la notte per evitare al massimo ogni disagio e possibile problema per la viabilità cittadina.
Intanto aziende appaltatrici e tecnici studiano il cronoprogramma per ricalcolare i tempi necessari per la demolizione senza l’uso di esplosivi e la successiva ricostruzione. Difficile poter rispettare i tempi previsti mentre si scatenano le polemiche tra chi sostiene che la presenza di amianto andasse verificata prima di annunciare la ricostruzione entro il 2019 e chi invece resta convinto che sottoporre la popolazione ad un rischio, seppur limitato, di dispersione di polveri potenzialmente cancerogene, fosse un “prezzo accettabile” per avere il ponte pronto nella primavera 2020 come annunciato con una certa enfasi.