Genova – Approderà nelle aule del Tribunale a luglio la vicenda della presunta frase choc pronunciata dal consigliere regionale della Lega Giovanni De Paoli. Il magistrato che segue il caso ha infatti fissato per il giorno 9 luglio la prima udienza del processo che verificherà se davvero il rappresentante politico del Carroccio pronunciò o meno la frase “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno” che ha sollevato un caso politico e poi giudiziario.
La frase sarebbe stata udita da testimoni che dovranno confermare o meno la circostanza in Tribunale mentre De Paoli avrà facoltà di difendersi confermando di aver detto una frase diversa e più precisamente “se avessi un figlio gay non lo brucerei nel forno”.
Circostanze che, all’epoca dei fatti, avevano già sollevato un caso politico per la delicatezza della eventuale posizione del consigliere e per il sospetto di omofobia che aveva fatto scattare ben due denunce da parte di associazioni.
Il consigliere ha sempre negato di aver pronunciato la frase choc e dovrà difendersi dall’accusa di diffamazione aggravata.