Genova – Manca ormai solo l’ufficialità per la conferma al piano per l’uso dell’esplosivo per la demolizione delle pile 10 e 11 del troncone est di ciò che resta del ponte Morandi.
Le “perplessità” sulla presenza di amianto nelle polveri prodotte dalle micro cariche sarebbero state superate e con le relazioni dei demolitori presentate ad Asl e Arpal si dovrebbe arrivare al “verdetto” della Commissione Esplosivi che aveva bocciato il ricorso alla demolizione con esplosivo nel troncone ovest in analoghe circostanze e con la presenza ben più ridotta di popolazione residente.
La demolizione – secondo le indiscrezioni parzialmente confermate ieri dal Sindaco e Commissario Marco Bucci – avverrebbe con due diverse esplosioni. Prima verrebbe demolita la pila 11, quella che si collega allo svincolo autostradale per Genova Ovest e più vicina alla montagna, e poi quella 10 che invece si trova proprio sopra le case di via Porro.
Per evitare la dispersione delle polveri – evidentemente ancora considerate pericolose – verranno usati i cannoni che spruzzeranno enormi quantità di acqua nebulizzata in concomitanza con le esplosioni. Una nuvola di particelle finissime di liquido che dovrebbe intrappolare la maggior parte della polvere prodotta e farla ricadere al suolo dove dovrà essere rimossa immediatamente per evitare che il vento, una volta asciugata l’acqua, trasporti la polvere eventualmente pericolosa verso le abitazioni e i centri abitati vanificando completamente il ricorso all’espediente della “trappola d’acqua”.
Le popolazioni della zona verrebbero quasi certamente evacuate per la durata dell’operazione. Una maxi evacuazione che potrebbe riguardare un numero molto alto di persone dalla zona di Sampierdarena o di Certosa, anche a seconda della direzione del vento.
E proprio i comitati dei residenti della zona restano “perplessi” per la scelta – probabile – dell’esplosivo per la demolizione delle pile del troncone est. Non avendo avuto modo di leggere i rapporti presentati da chi ha eseguito le analisi sui materiali, non conoscono la percentuale di amianto presente o se, effettivamente non c’è perché sarebbero stati usati materiali di costruzione differenti da un lato e dall’altro del ponte Morandi. Una eventualità piuttosto sorprendente ma comunque possibile.
In caso contrario, ovvero in presenza di amianto, non si comprenderebbe la decisione di autorizzare l’esplosivo sul lato est del ponte quando la stessa tecnica è stata “bocciata” sul lato ovest per il timore di un rischio per la popolazione.