Genova – Dalle cimici orientali che rovinano la frutta e la rendono invendibile all’insetto che sta facendo scomparire le castagna alla vespa che divora le api. L’invasione di insetti e organismi alieni portati nelle campagne e nei boschi dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi ha causato danni anche in Liguria con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico.
E’ quanto emerge dal Rapporto Coldiretti su “Clima: la strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane” diffuso all’inaugurazione della Fieragricola a Verona dove è stata mostrata la teca degli orrori con le specie aliene arrivate in Italia con il surriscaldamento che hanno fatto strage nei campi coltivati, in occasione della prima mobilitazione di migliaia di agricoltori italiani con i trattori per fermare la strage senza precedenti provocata dalla cimice killer arrivata dall’Oriente che mettendo in ginocchio interi settori produttivi senza che siano state attivate misure di sostegno comunitarie adeguate a fronteggiare una vera calamità naturale. Alla mobilitazione ha partecipato, come annunciato negli scorsi giorni, anche una delegazione di imprese agricole apuane.
“Stiamo parlando – spiega la Ferrari – di insetti alieni che sono veri e propri flagelli per la nostra agricoltura. Abbiamo visto tutti gli effetti della vespa asiatica, o cinipide galleno, su un settore importante come la castanicoltura che in Lunigiana soprattutto garantisce una essenziale integrazione al reddito sia per le aziende agricole che per le famiglie attraverso una filiera che arriva fino alla ristorazione e alla commercializzazione diretta. La produzione di miele, in particolare acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare”.
Gli insetti alieni arrivati sono tantissimi: dalla cimice asiatica al batterio della Xylella, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii, dal coleottero Aethina tumida alla cimice marmorata asiatica arrivata dalla Cina che è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte anno con 300-400 esemplari alla volta.
“Siamo di fronte a specie – spiega ancora la Ferrari – che distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici evidenti anche in un inverno caldo anche nei giorni della merla che smentiscono addirittura la tradizione di essere i più freddi dell’anno con lo smog nelle città e danni nelle campagne. “Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – spiega ancora la Ferrari – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari”.
Il nuovo nemico si chiama cimice asiatica e ha già flagellato diverse regioni italiani. La cimice che arriva da Oriente rovina tutto quello che trova nelle zone dove si riproduce: ha colpito pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegio e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole, olive, soia, mais e ortaggi.
“Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni. Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale – conclude il Presidente di Coldiretti – anche con l’avvio di una apposita task force”.