Genova – Le visite ai congiunti fuori Regione sono tuttora vietate. Lo hanno scoperto con grande sorpresa e tra molti disagi i tanti liguri che hanno approfittato dell’annuncio fatto dalla Regione Liguria per andare a trovare i parenti rimasti “isolati” dall’emergenza coronavirus in altre regioni.
Ecco il resoconto dell’avvocato Filippo Biolè:
“Ho deciso con mia sorella di andare finalmente a trovare mio padre – scrive Biolé sul suo profilo Facebook – che ha trascorso tutta la quarantena isolato e lontano da noi in campagna in basso Piemonte, a pochi passi dalla Liguria (in un comune confinante con quello di Genova, ndr)
Arrivati in Piemonte veniamo fermati ad un posto di blocco dai Carabinieri. A precisa domanda rispondiamo che veniamo da Genova e che andiamo a trovare nostro padre, quindi un congiunto, certi di essere in perfetta regola. Con non poca sorpresa scopriamo dagli agenti addetti al controllo che invece non è stata pubblicata alcuna ordinanza che dia attuazione alle parole del Governatore e che quindi l’accesso al Piemonte è tuttora interdetto. Mostro così, tra i tanti, l’articolo de La Stampa dal cellulare e mi sento rispondere che non esiste alcun provvedimento pubblicato e che quindi per i due carabinieri le sole parole del Presidente della Regione Liguria raccolte dalla stampa non hanno il minimo valore. Controllo sul sito della Regione e trovo conferma di quel dettaglio non evidenziato dalle interviste al Governatore.
L’ordinanza n.32/2020 al punto 7 prevede in effetti l’autorizzazione degli spostamenti tra comuni limitrofi di regioni confinanti per consentire incontri con congiunti “previa comunicazione dei Presidenti di Regione dei territori interessati ai Prefetti competenti”, ed è quindi una possibilità data espressamente solo ad alcuni cittadini; tuttavia dalle parole dell’appuntato parrebbe mancare il coordinamento con la Regione Piemonte, cui si aggiunge che la Liguria ha spacciato sui media ai liguri come lecito un qualcosa che invece rimane tuttora assolutamente vietato.
Risultato: ci hanno rispediti indietro, come giusto perché la legge non ammette scuse sia chiaro; noi così come tanti altri liguri che in buona fede come noi avevano confidato nella parola del Governatore, che però ha esposto a rischi per la salute di tutti e ad una pesante sanzione pecuniaria, che fortunatamente i due carabinieri non hanno applicato, proprio perché consapevoli della confusione indotta da un’ordinanza non coordinata ma divulgata come pienamente efficace e raccontata come risolutiva.
A stretto giro di posta viene segnalato alla Redazione che l’episodio sarebbe “un errore delle forze dell’ordine” visto che la comunicazione dell’ordinanza sarebbe stata effettuata il 21 maggio.
Il sospetto è che per rendere valida la disposizione della Liguria ne occorra una anche da parte del Piemonte, se non altro per recepire quella ligure.
Nelle prossime ore la questione verrà esaminata e chiarita visto che il numero di liguri diretti ad incontrare le famiglie lontane ed il rischio di sanzioni e di essere “rispediti indietro”.
Naturalmente si parla dei comuni confinanti e non di un’indiscriminato spostamento verso altre regioni. Questo lo si potrà fare solo dal 3 giugno come da disposizioni nazionali.