Genova – Aprirà al pubblico dal prossimo 3 febbraio la mostra performativa “Edipo: io contagio“, ideata da Davide Livermore e allestita a Palazzo Ducale.
Il ritorno della Liguria in zona gialla permetterà le riaperture di mostre e musei, Palazzo Ducale potrà quindi aprire al pubblico anche l’allestimento.
Un percorso tra imponenti elementi scenografici, frammenti di tragedia, performer che recitano all’interno di teche trasparenti.
Nato da un’idea del direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore, accolto con entusiasmo dal presidente della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale Genova Luca Bizzarri che ha offerto gli spazi per la realizzazione, il progetto Edipo: io contagio riflette sulla pandemia partendo da una delle più famose tragedie greche, l’Edipo Re di Sofocle, in cui il protagonista si interroga sulla terribile pestilenza che ha colpito la città da lui governata, Tebe, e su come provare ad arrestare il contagio.
La tragedia di Sofocle offre uno specchio implacabile al periodo storico che stiamo vivendo, ma la mostra performativa voluta da Davide Livermore – allestita a novembre nel Sottoporticato di Palazzo Ducale e poi “congelata”, fruibile durante questi mesi attraverso una serie di video – risponde soprattutto all’urgenza di riaffermare l’importanza della cultura teatrale in tempo di crisi e all’esigenza di proteggere e tutelare l’occupazione di artisti e maestranze.
Sono 12 i performer già attivi nel progetto, selezionati grazie a una call lanciata all’indomani del DPCM che il 25 ottobre 2020 chiudeva per la seconda volta i teatri al pubblico come misura di contenimento della diffusione del Covid19; se ci saranno le condizioni per tenere aperta la mostra su tempi di largo respiro, si potranno coinvolgere altri 12 artisti per un totale di 24, come previsto in origine.
Curata dallo stesso Davide Livermore insieme a Margherita Rubino e Andrea Porcheddu, la mostra si articola in sei stanze.
Avvolti dalle musiche inquietanti di Andrea Chenna, i visitatori si imbattono in maestosi cavalli, tappeti di sangue, una jeep esplosa, bestie macellate, mentre i performer, ciascuno chiuso in un box trasparente, recitano brevi estratti dal primo atto dell’opera di Sofocle, evocando una comunità che si interroga sulle responsabilità dell’uomo nel disastro, in un crudele gioco del destino in cui si è ora vittime, ora colpevoli.
Gli spettacolari elementi scenografici in mostra sono stati messi a disposizione dal Teatro alla Scala e provengono da quattro diversi allestimenti: Elektra del 1994, regia di Luca Ronconi e scene di Gae Aulenti; Tamerlano con la regia di Davide Livermore e le scene dello stesso Livermore e di Giò Forma (2017); Giovanna d’Arco con la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier e le scene di Christian Fenouillat (2016); Giulio Cesare in Egitto con la regia di Robert Carsen e le scene di Gideon Davy (2019).
L’iniziativa promossa dal Teatro Nazionale di Genova e dalla Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale Genova è stata affiancata anche da COOP Liguria.
Nelle prossime settimane sarà possibile visitare gratuitamente la mostra performativa il lunedì dalle ore 16 alle 19 e dal martedì al venerdì dalle ore 12.30 alle 19 (ultimo ingresso previsto alle ore 18.30, prenotazioni aperte da martedì 2 febbraio sul sito del Teatro Nazionale di Genova). Il pubblico avrà accesso da Piazza Matteotti in piccoli gruppi, secondo un protocollo che garantisce la sicurezza dei visitatori, dello staff e degli artisti coinvolti.