Genova – Il canone Rai per le aziende e i locali scadeva il 31 gennaio ma solo chi non ha pagato potrà avvalersi del “posticipo” al 31 marzo.
Associazioni dei Consumatori sul sentiero di guerra dopo il “pasticcio” dello spostamento della data di scadenza del canone Rai per aziende e locali pubblici.
La scadenza “naturale” per il pagamento era fissata per il 31 gennaio ma solo ieri, 16 febbraio, tale scadenza è stata posticipata al 31 marzo, consentendo solo a chi non ha pagato di beneficiare dello slittamento della spesa.
“Si è consumata l’ulteriore beffa del pagamento del cosiddetto canone Rai per le aziende – denuncia l’associazione diritti utenti e consumatori (ADUC) – Il canone aziendale potrà essere pagato entro il prossimo 31 marzo. Peccato che la scadenza era il 31 gennaio e quasi tutti lo abbiano già pagato”.
Nei giorni prima della scadenza del 31 gennaio diverse aziende e loro associazioni avevano chiesto lo slittamento del pagamento anche in forza del fatto che molte, soprattutto quelle del settore turistico, sono chiuse da tempo e lo saranno ancora causa epidemia.
La richiesta era quella di stabilire delle esenzioni o quantomeno di spostare la data fissata per il pagamento dell’imposta che si paga per il possesso di una tv.
“Si parla di importi che possono arrivare anche a migliaia di euro – spiagano ad Aduc – perché dipende dal numero di apparecchi che si hanno a disposizione nel proprio esercizio.
Essendo imposta di possesso, avrebbe avuto senso l’esenzione per questo periodo in cui le aziende che lo pagano sono chiuse per legge. Non si dovrebbe costringere a pagare un bene per il possesso, se nel contempo mi impedisci di goderlo”.
Il 16 Febbraio arriva la decisione del Consiglio di Amministrazione Rai: differire, senza oneri aggiuntivi, il termine per il rinnovo del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale relativo all’anno 2021, dal 31 gennaio al 31 marzo 2021, concedendo, di fatto, una moratoria di due mesi senza alcuna maggiorazione.
Per Aduc e molte altre associazioni dei Consumatori, si tratta di una vera “beffa”.