Genova – “Impedire una manifestazione pacifica è anti democratico”. Così gli organizzatori della manifestazione prevista per oggi pomeriggio, davanti al monumento di Giorgio Parodi, commentano la decisione della Questura di Genova di vietare la protesta di fronte al monumento che ritrae il concittadino con l’uniforme dell’aviazione fascista invece che in abiti civili o mentre lavora alla prima Moto Guzzi di cui è co-fondatore.
Un divieto ufficializzato con un documento che gli organizzatori di Genova che Osa non hanno voluto controfirmare per ulteriore atto di protesta.
“Oggi non saremo in piazza – scrivono in una nota – Ieri siamo stati convocati dal questore che ci ha prescritto di non avvicinarci alla statua di Giorgio Parodi. Svolgere il presidio altrove non aveva però alcun senso. Abbiamo deciso di rimandare e di riorganizzare la prossima settimana una manifestazione più grande costruendo una mobilitazione più ampia”.
La manifestazione di protesta, insomma, è solo rinviata ma resta l’amarezza per il divieto di organizzare un presidio pacifico e non violento che striderebbe con quanto disposto dalle normative vigenti che prevedono che le manifestazioni possano essere organizzate liberamente a meno di gravi rischi di disordini o per la pubblica incolumità.
“Le nostre intenzioni erano chiare e esplicite – spiegano gli organizzatori – apporre una serie di cartelli documentando le azioni dell’aviazione fascista durante la guerra coloniale di invasione dell’Etiopia. Volevamo favorire una lettura della storia più corretta, che non nasconde con la celebrazione acritica le colpe del governo fascista italiano nell’uso di armi chimiche nel corso di quella guerra”.
“Quella statua infatti – spiegano ancora gli organizzatori di Genova che osa – con Giorgio Parodi rappresentato in divisa e salutata dal passaggio a volo radente delle frecce tricolori, la pattuglia acrobatica dell’aeronautica militare, richiama solo ed esclusivamente l’impegno bellico. Non è lì per ricordare un uomo ma per fornire un messaggio politico distorto, buono a chi vuole riscrivere la storia dell’Italia sdoganando come onorevoli alcuni degli episodi peggiori del nostro passato. Ieri sera, dopo essere stati più volte in questura per sostenere il nostro diritto a esprimere democraticamente il nostro pensiero abbiamo scritto questa breve nota per spiegare la situazione”.
“Avevamo comunicato con regolare preavviso l’intenzione di svolgere un presidio domani, Sabato 22, per manifestare il nostro dissenso verso l’installazione di una statua celebrativa di Giorgio Parodi, impegnato in due conflitti mondiali e nelle disastrose guerre coloniali intraprese dell’Italia in Etiopia.
Nonostante ciò, oggi [ieri, ndr] siamo stati convocati in questura e ci è stato chiesto di firmare una prescrizione del questore Vincenzo Ciarambino che impedisce lo svolgimento del presidio nei pressi della statua.Ci sono state date motivazioni pretestuose che nascondono precise ragioni politiche.
Abbiamo deciso di non firmare, manifestare il proprio dissenso è libero e legittimo, impedirlo è un atto antidemocratico. Il nostro intento era ed è quello di aggiungere delle informazioni su Giorgio Parodi che contrastino quella narrazione deformata della storia in cui un passato colonialista e fascista, che andrebbe aspramente condannato, viene invece coscientemente esaltato.
Riteniamo imprescindibile informare la comunità cittadina su chi il comune sceglie di celebrare e cosa allo stesso tempo sceglie deliberatamente di censurare.
Per questo motivo la nostra mobilitazione continua: convochiamo per Mercoledì 26 Maggio un’assemblea pubblica invitando più realtà possibili a discutere insieme su come contrastare uniti e con forza le decisioni prese dal comune.
Non lasceremo che le nostre voci siano messe a tacere, abbiamo intenzione di rilanciare a breve una manifestazione che porti avanti i nostri obbiettivi e di farlo con ancora più determinazione.
Ringraziamo tutte le realtà che ci hanno appoggiato e chiunque fosse stato intenzionato a scendere in piazza con noi domani. Invitiamo tutti e tutte a unirsi a noi per organizzare una manifestazione più grande la prossima settimana.
Genova che osa, Collettivo Edera”.