Genova – Aveva lasciato il fidanzato bloccando la linea telefonica e i social per la sua insistenza e perché non voleva accettare la separazione ma vedendolo apparire nei luoghi anche meno conosciuti e mai frequentati prima ha pensato di essere controllata.
L’uomo, non accettando la fine della relazione iniziata l’anno scorso, ha iniziato a molestare la ex con numerosi messaggi e telefonate, non risparmiando minacce velate.
Vistosi bloccata l’utenza, nelle ultime settimane aveva iniziato a seguire la vittima ovunque andasse. La donna infatti, non appena usciva di casa e si metteva alla guida dell’auto, vedeva spesso il 42enne che la pedinava. Gli appostamenti avvenivano, però, non solo presso l’abitazione o il luogo di lavoro, ma anche in posti occasionali, tanto che la vittima ha cominciato a sospettare di avere un localizzatore sull’auto o un’applicazione “spia” sul telefono.
Visto che di professione il persecutore fa il tecnico e già in passato aveva installato un tracciatore nella vettura della ex-moglie, i poliziotti di Sestri hanno consigliato alla donna di potare la vettura in un officina di fiducia. Nel pomeriggio è stato infatti rinvenuto sotto il paraurti posteriore dell’auto, un apparato G.P.S. ad installazione magnetica, acceso e funzionante e con all’interno una sim intestata allo stalker.
Gli agenti sono accorsi all’officina con la polizia scientifica per il sequestro del dispositivo e vi hanno trovato l’uomo che stava cercando di convincere il meccanico a restituirgli il localizzatore che, per sua stessa ammissione, aveva posizionato nell’auto della ex partner.
All’interno dell’officina, a terra, la vittima in evidente stato di shock è stata soccorsa e accompagnata in ospedale con l’ambulanza.
L’uomo, sul cui telefono vi era un’applicazione di tracciamento geografico in tempo reale, è stato condotto presso la sua abitazione agli arresti domiciliari a disposizione dell’A.G.