Genova – L’ascensore di Villa Scassi, a Sampierdarena, resta fermo ed il Comune di Genova valuta il ricorso alle vie legali contro l’azienda che lo ha costruito.
Non c’è pace per il “gioiellino di tecnologia” – come venne definito all’inaugurazione – fermo ormai dal 18 giugno e dopo un periodo di funzionamento “a singhiozzo” dal 14 aprile. Pochi mesi al servizio dei cittadini dopo un lungo stop per alcune modifiche e riparazioni e poi un nuovo blocco che per molti utenti è sembrato un ulteriore “beffa” dal sapore amaro.
Amt sembra aver alzato le mani in segno di resa e il Comune sta pensando di portare in Tribunale la ditta costruttrice per capire cosa renda così complesso far funzionare un macchinario che, altrove nel mondo, non è certo un unicum irripetibile.
Fin da subito il progetto aveva suscitato molte perplessità per quella scelta di far procedere l’ascensore in orizzontale per un tragitto per poi proseguire “in verticale”, come qualunque altro macchinario dello stesso genere.
Quella scelta di usare un’unica corda per trasferire il moto prima in senso orizzontale e poi verticale potrebbe essere la vera “croce” dell’impianto poiché le soluzioni tecnologiche adottate non sono poi così “semplici”.
E poco importa se a Monte Galletto, sopra Principe, c’è un impianto che realizza lo stesso “prodigio tecnologico” (camminare orizzontale per un tratto e poi in verticale) da tempo pur utilizzando una diversa tecnologia.
Lo “scherzo” è costato alla collettività ben 4,3 milioni di euro ed ora potrebbe restare fermo sino al pronunciamento di un Tribunale sulla questione.
Nel frattempo a pagare il prezzo più alto saranno gli utenti che lo usavano per raggiungere via Scassi e il suo ospedale.
Chissà se ci sarà un risarcimento anche per loro.