Genova – Inizieranno questa mattina, come previsto, gli abbattimenti dei maiali presenti negli allevamenti presenti all’interno della “zona rossa” di espansione della peste suina. Si tratta di almeno 350 maiali e, a quanto risulta, nessun cinghiale.
Squadre specializzate raggiungeranno gli allevamenti e dopo aver soppresso gli animali li trasporteranno via in speciali contenitori per uno smaltimento con tutte le misure di sicurezza sanitaria previste in queste situazioni.
Un vero e proprio massacro ed un colpo durissimo per i piccoli allevamenti locali che spesso sono realizzati allo stato brado o semibrado, con cura maniacale per gli animali e attenzione estrema alla qualità delle carni e dei prodotti.
Allevamenti che non possono contare migliaia e migliaia di capi come quelli “intensivi” che si cerca di salvare dalla peste suina portata dai cinghiali che, invece, al momento non verranno abbattuti.
Per gli allevatori sono previsti indennizzi e la Regione Liguria ha già stanziato un primo intervento di aiuto a cui, però, dovranno seguirne altri per permettere, una volta cessata l’emergenza, di riprendere gli allevamenti eccellenza della gastronomia locale.
Le zone interessate dagli abbattimenti sono quelle della Valle Stura, l’Alta Val Bisagno e la Valpolcevera.
In Piemonte, invece, la Regione punta anche sull’abbattimento dei cinghiali, almeno 50mila, per ridurne il sovrannumero e per evitare che, muovendosi sul territorio, possano estendere l’area dell’emergenza portata dalla peste suina.
Restano intanto in vigore, nelle zone interessate, i divieti di passeggiate nei boschi, trekking, raccolta funghi e altri prodotti, le corse in bici e l’escursionismo.
Divieti che, al momento, è previsto che proseguano almeno sino a giugno.