Genova – Il Turismo verde e sostenibile ha un enorme potenziale economico in Liguria. A confermarlo lo studio, realizzato dall’Università di Genova per l’Osservatorio Turistico Regionale, focalizzato sull’entroterra ligure e che delinea il quadro dell’offerta di turismo verde e sostenibile nella nostra regione.
L’Osservatorio Turistico Regionale ha presentato oggi a Camogli al Convegno di Portofino Coast “Oltre il PNRR – idee e risorse per il turismo del territorio” lo studio sul “Turismo verde e sostenibile, risorse green e attori locali per una Liguria competitiva”, realizzato da Stefania Mangano e Pietro Piana, del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Genova.
Il lavoro è focalizzato sull’entroterra ligure e delinea il quadro dell’offerta di turismo verde e sostenibile della nostra regione, evidenziando le migliori esperienze in atto e i punti di forza e di debolezza dell’esistente. Include l’analisi dell’offerta esistente attraverso un esame di tipo desk, la comparazione fra le realtà liguri ed alcune Buone Pratiche extra-regione, il confronto diretto con i portatori di interesse più qualificati interpellati nel corso di un ciclo di 5 Focus Group e la definizione di traiettorie di sviluppo strategico. Oggetto di particolari approfondimenti sono stati i Borghi liguri, i Percorsi storici e religiosi presenti nella regione, i Parchi e le Aree protette, il turismo Outdoor e i temi di Innovazione e accessibilità nel contesto del turismo green.
Ne emerge un entroterra forte per iniziative di associazionismo, volontariato e azioni bottom-up, percorso da una fitta rete sentieristica, e caratterizzato dalla ricca differenziazione dell’offerta naturalistica, con un paesaggio antropico-culturale capace di regalare esperienze sorprendenti. Tanto il desiderio di progettare un’offerta turistica green sostenibile e di comunicarla al meglio. Le difficoltà emergono quando si tratta di reperire fondi e di fare sinergia. Tasto dolente la viabilità, i trasporti e le telecomunicazioni, che spesso costituiscono un limite allo sviluppo del nostro territorio. Gli operatori registrano come fattori critici la mancanza di fondi strutturali per lo sviluppo turistico, lo spopolamento del tessuto socioeconomico delle aree interne e il dissesto idro-geologico.
Per contro la possibilità di creare un’offerta esperienziale targettizzata, le tante potenzialità offerte dall’innovazione digitale, e il crescente coinvolgimento delle popolazioni locali sono vissute come opportunità da cogliere per dare forza al settore.
Lo studio lascia emergere due livelli di possibili interventi: un dedicato agli interventi cosiddetti di “consolidamento”, sui quali puntare per rafforzare l’offerta turistica verde sostenibile (ad esempio aggiornare i portali web e i canali social dei enti pubblici coinvolti e favorire l’interconnessione costa-entroterra), ed un secondo livello costituito dalle azioni più urgenti per intervenire sui cosiddetti ambiti “critici” (ad esempio reperire fondi su base competitiva, promuovere l’inclusività economica e sociale della popolazione, promuovere il costante aggiornamento degli operatori).
Insomma, tanto da fare ancora, ma le premesse sono buone per garantire un utilizzo intelligente delle risorse green a disposizione: i tempi sono maturi per dare un’accelerazione allo sviluppo di un territorio – il nostro entroterra – che tanto merita di essere valorizzato.
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