Genova – Rimettere in funzione le cisterne “militari” presenti sul monte Moro per alimentare efficacemente un sistema anti incendio in grado di intervenire velocemente e in modo mirato. Dopo la devastazione dell’incendio che ha nuovamente distrutto decine di ettari di macchia mediterranea sulle pendici del Monte Moro, nel levante genovese, l’associazione che sostiene il progetto per la realizzazione di un parco urbano nella zona delle “batterie” torna a rilanciare la proposta di rimettere in funzione quanto realizzato nel 1915 proprio per evitare che nella zona divampassero degli incendi.
Opere militari costruite per poter allagare i locali dove si conservavano le polveri esplodenti, le munizioni e i proiettili che servivano alle postazioni di difesa della zona e che oggi potrebbero facilmente essere “riconvertite” ad opere civili per difendere ancora e con efficacia il monte Moro e la stessa città di Genova.
Si tratta di una delle primissime opere militari costruite sulla vetta di Monte Moro. Una enorme cisterna per l’acqua lunga oltre 40 metri, larga 5 e profonda più o meno altrettanto.
“Il riempimento – è scritto sul progetto che l’associazione Progetto Monte Moro possiede – era garantito da una vicina fonte. Questa sorgente è attiva ancora oggi. Lo scopo di questo serbatoio era duplice: fornire l’acqua alla guarnigione della Batteria Nino Bixio e permettere un veloce spegnimento di eventuali incendi. Infatti la cisterna venne progettata in posizione strategica, cioè vicina alla caserma principale ma anche vicina alle polveriere e ai depositi sotterranei per i proietti. Questi, in caso di emergenza, dovevano essere allagati. Una seconda cisterna venne costruita negli anni ‘40 al servizio della 251^ batteria, sul versante est della collina”.
Entrambe le cisterne sono arrivate sino ai giorni nostri in buono stato di conservazione. Nel corso degli anni l’associazione ha sempre segnalato, e l’occasione è giusta anche stavolta, che sarebbe buona cosa restaurarle e riportarle entrambe al loro scopo originario: costituire una riserva di acqua.
Acqua da destinare all’antincendio boschivo, ad esempio. Oppure acqua da destinare all’irrigazione, se pensiamo al progetto di rimboschimento che è in atto sulla collina.
“Il progetto che portiamo avanti da dieci anni su Monte Moro – spiegano all’associazione – traguarda proprio questi obiettivi: recuperare e preservare le strutture ex militari e attualizzarne lo scopo d’uso. Usare uno degli edifici per un presidio della Protezione Civile. Creare una piazzola di atterraggio, come quella presente al Righi, per gli elicotteri dell’antincendio boschivo”.
(nella foto il tetto della cisterna della Batteria Nino Bixio)