Lavagna (Genova) – La possibile chiusura della sede del 118 di Lavagna, per gli accorpamenti delle centrali del 118, sta mettendo in allarme i cittadini che risiedono nella zona e il sindaco di Chiavari Messuti, in qualità di presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl4, ha deciso di scrivere alla Regione Liguria, all’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola, al direttore generale dell’Asl4 Petralia.
“I cittadini e gli amministratori del territorio – scrive Messuti – esprimono preoccupazione per una volontà di accorpamento, imposta dalla direttiva del Ministero della Salute, che porterà all’impoverimento del servizio dedicato all’emergenza sanitaria. Temiamo che non vengano garantite risposte tempestive alle urgenze e ai bisogni della popolazione”.
Il sindaco Messuti spera che Regione Liguria accordi una deroga.
“Per questo motivo ho chiesto all’assessore regionale Gratarola di prendere parte alla prossima seduta della conferenza dei sindaci per confrontarci sull’argomento ed avere garanzie che tale servizio non venga depotenziato”.
“Perdere la centrale di Lavagna – ha proseguito Messuti – potrebbe significare perdere altri servizi importanti erogati dal 118 del nostro territorio. Dalla formazione che gli operatori forniscono ai volontari delle pubbliche assistenze, e a tutto il personale dell’Asl4, alla conoscenza della conformazione del territorio rurale, un valore aggiunto sia in termini di tempestività d’intervento che di gestione delle emergenze”.
“Altro dato da tenere in considerazione – prosegue ancora Messuti – è l’aumento degli interventi durante il periodo estivo, vista la maggiore presenza di turisti. Se le operazioni estive del 118 vengono triplicate, quali misure sono allo studio per garantire lo stesso standard di assistenza? Sarà l’occasione per parlare anche delle criticità rilevate sia dall’utenza anziana, che non trova adeguata risposta nelle strutture accreditate del comprensorio, sia dagli utenti della S.S.D. Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza a cui non è garantita la tempestiva presa in carico sanitaria a causa delle liste d’attesa istituite per far fronte alla carenza di personale e alla riduzione dei servizi sanitari territoriali”.