La Spezia – E’ salito a 237 il numero dei Migranti soccorsi dalla nave Geo Barents di Medici senza Frontiere in viaggio dalle acque della Libia, dove è avvenuto il primo salvataggio e il porto di La Spezia. A bordo, con il terzo soccorso, viaggiano 87 minorenni e ben 9 neonati con le loro mamme ed anche per questo motivo Medici Senza Frontiere insiste a chiedere che le autorità indichino un “porto sicuro” più vicino e che non costringa ad una navigazione di 1200 chilometri per arrivare a destinazione e poter offrire assistenza medica e umanitaria alle 237 persone a bordo.
Un “braccio di ferro” squisitamente politico che rischia di gravare su persone disperate e tra loro donne e bambini.
Le nuove disposizioni varate dal Governo, infatti, prevedono una interpretazione molto contestata dagli esperti di Diritto Internazionale, secondo cui il “porto sicuro” di cui si parla nelle norme internazionali per lo sbarco dei naufraghi soccorsi, potrebbe essere “indicato” dalle autorità del Paese ospitante.
Ufficialmente è stato scelto il porto di La Spezia per “alleggerire la pressione sui porti dell’Italia del Sud” ma c’è chi legge invece un tentativo di rendere più difficile l’attività delle navi che prestano soccorso umanitario nella zona a nord dell’Africa, e che devono allontanarsi dalle zone calde per portare i Migranti soccorsi dove viene loro indicato e non dove sarebbe ovvio andare.
Medici senza Frontiere, come le altre Ong impegnate nella missione umanitaria, contestano la distanza dei “porti sicuri” domandandosi se, tra i porti del sud Italia e quello di La Spezia – a 100 ore di navigazione – non ve ne siano di più vicini ed in grado di affrontare l’emergenza.
Ed anche a La Spezia iniziano ad emergere delle criticità e dopo aver dichiarato che la città è pronta per l’arrivo dei Migranti (al momento delle dichiarazioni ne erano previsi meno della metà) il sindaco Pierluigi Peracchini ha ammesso le difficoltà ed ha chiesto aiuto al Governo, quantomeno per il finanziamento delle misure di emergenza.
Il Partito Democratico di La Spezia ha definito “inumana” la decisione di far arrivare i Migranti sino al porto ligure, con un viaggio di 1200 chilometri.
“La Spezia e i suoi abitanti accoglieranno nel migliore dei modi i migranti che arriveranno in porto sulla Geo Barents – ha dichiarato la deputata del Partito Democratico e segretaria regionale ligure Valentina Ghio – Sono persone, bambini, neonati, donne e uomini salvati in mare a 1200 chilometri da Spezia, bisognosi di cure, di assistenza, che a causa dell’insensato decreto naufraghi voluto dal governo Meloni – che proprio oggi è all’esame in commissione parlamentare e approderà in aula nei prossimi giorni – devono affrontare 100 ore di navigazione in più in condizioni di salute precarie. Dimostrazione della disumanità di questa misura, le cui conseguenze ricadono, come sempre, sui più fragili. Siamo di fronte a una chiara violazione delle norme di diritto che mettono al primo posto il salvataggio delle vite umane. Un provvedimento che ostacola l’attività di ONG e soggetti che salvano vite in mare obbligandoli a cercare porti lontani rispetto alle aree di soccorso, facendo perdere tempo utile per salvare altre vite”.
“Spezia è la città di Exodus, nella storia di questa comunità non mancano esempi di solidarietà, accoglienza e umanità, auspichiamo che anche in questo caso la città sia all’altezza della sua storia. Parlando a nome mio e della comunità che rappresento dico che siamo disponibili a dare tutto il supporto necessario nelle forme e nei modi consentiti, in collaborazione con le autorità locali e competenti”, aggiunge Iacopo Montefiori segretario provinciale PD Spezia.