cisterna castelletto GenovaGenova – Una terza enorme cisterna sotto i palazzi di Castelletto. L’hanno ri-scoperta i volontari del Coordinamento Ligure Studi Militari insieme a quelli del Centro Ricerche Ipogee di Genova grazie alla disponibilità del proprietario che ha aperto loro la porta di casa che ha un accesso diretto alla cisterna.
Il vano, ricavato sottoterra è profondo 11 metri, largo 4 e lungo 14 metri e al momento è “asciutto” e gli esperti delle due associazioni si sono calati lungo lo stretto condotto che porta all’interno della costruzione per alcune ricerche perché a Genova le cisterne sono centinaia e di enormi dimensioni e la loro conservazione e apertura al pubblico, come per altre decine di siti sotterranei, potrebbe rappresentare una importante offerta turistica mai sino ad ora valorizzata a dovere.
Si conoscevano due grosse cisterne a Castelletto: una con volta a crociera, l’altra minore con volta a botte. Quella che non si conosceva era questa terza cisterna che è stata visitata, fotografata e mappata ed andrà ad arricchire l’enorme archivio costruito negli anni dalle associazioni che hanno offerto al Comune, gratuitamente, la loro collaborazione, senza ottenere, al momento, alcuna risposta.
Ma come mai tante cisterne a Castelletto?
“Il luogo – spiegano i volontari del studi militari e del CRIG – ha subito moltissime trasformazioni per la sua posizione strategica, il primo vero castello fu quello francese,di Boucicault, riedificato a fine del 400 fino ad arrivare a metà del 1800 quando l’ultimo Castelletto venne raso al suolo. Il sottosuolo invece per molte cose è rimasto invariato, conservando i suoi “tesori”.
Una volta, infatti, nelle case e nei palazzi non esisteva l’acqua corrente, non esisteva il classico rubinetto, e nasceva la necessità di poter accedere a delle fonti d’acqua in maniera facile e veloce.
Sono state così costruite di tantissime cisterne, sia in abitazioni private che nei palazzi.
Nei palazzi esisteva una sorta di buco nei vari piani nel quale veniva fatto passare un secchio, mentre nelle abitazioni private si trova spesso una finestra a mezza altezza.

“Tante di queste cisterne – spiegano gli studiosi – erano collegate tramite invasi, tubi e gallerie di svariate misure, che sarebbe il caso di studiare e approfondire, come i rii tombinati,come i bunker, come le fogne, come le gallerie antiaeree, come l’antico Acquedotto di cui abbiamo riscoperto alcuni tratti o l’acquedotto Marino, vecchi bastioni sepolti, e una miriade di gallerie”.
Secondo le due associazioni nel sottosuolo di Genova ci sarebbero centinaia di km di cunicoli che andrebbero studiati e mappati e ci sono svariate associazioni che potrebbero collaborare gratuitamente per queste riscoperte, senza alcun onere per il Comune e i Cittadini”.

Alla sezione genovese del Coordinamento Ligure Studi Militari e al Centro Ricerche Ipogee di Genova (CRIG) sottolineano che per visitare e studiare la cisterna e per inserirla nel database delle cavità artificiali, non sono stati pagati da nessuno ed offrono altrettanto gratuitamente il loro enorme archivio di informazioni, già digitalizzate e di pubblico utilizzo.

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