Imperia – Aveva ramificazioni anche in Liguria l’associazione criminale identificata e smantellata da una indagine della Procura della Repubblica di Asti e dalla Guardia di Finanza.
I finanzieri hanno eseguito perquisizioni e controlli e hanno sequestrato oltre 700 milioni di euro.
L’indagine segue quella denominata “Capisci Amme'” attivata dalla procura di Asti che il 22 marzo scorso aveva portato i militari di 18 province al sequestro di cassetti fiscali contenenti crediti d’imposta per la cifra astronomica di oltre 1,5 miliardi di Euro, nonché l’arresto di 10 persone, a vario titolo ritenute coinvolte nella vasta truffa.
I militari del Nucleo di Polizia economico – finanziaria hanno sequestrato preventivamente 704.696.217,00 euro su disposizione del Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale astigiano.
L’intervento è stato deciso per impedire l’utilizzo di questa ulteriore copiosa somma di crediti d’imposta ritenuti inesistenti, generati e/o compravenduti nel 2022 dal sodalizio criminale oramai smascherato ed è stato realizzato dalla Guardia di Finanza di Asti con la collaborazione dell’Agenzia delle Entrate di Roma, alla quale è stato notificato il decreto in modo da disattivare l’accesso ai cassetti fiscali incriminati sulla piattaforma digitale del fisco.
Tali crediti per oltre 700mln sono risultati intestati a 18 società e 4 persone fisiche – già coinvolte nell’operazione “capisci ammè” ed oggetto di perquisizione il 22 marzo scorso; si tratta di pseudo-operatori economici, formalmente dichiarati insistenti nelle province di Milano, Pavia, Imperia, Ferrara, Napoli, Caserta, Avellino, Salerno, Benevento, Taranto, Brindisi e Palermo, ma caratterizzati dall’essere evasori totali (inadempienti ad ogni obbligo dichiarativo fiscale), società e ditte del tutte inattive e/o intestate a persone risultanti nullatenenti all’Anagrafe tributaria.
Con il perfezionamento di quest’ultima fase dell’articolata indagine penale, i falsi crediti d’imposta accertati dalle Fiamme gialle astigiane e sottoposti al vincolo giudiziario del sequestro preventivo, per scongiurarne i rilevanti possibili danni al bilancio pubblico, sono pari a ben 2 miliardi e 200 milioni di euro.
I provvedimenti reali non sono stati oggetto d’impugnazione e sono ormai divenuti definitivi. Quanto alle misure cautelari personali applicate agli indagati, le stesse sono state confermate dal Tribunale del Riesame di Torino.