Genova – Un flash mob dei militanti di Extintion Rebellion in piazza De Ferrari per protestare in satira contro le scelte politiche alimentano la siccità invece di contrastarla. “Nonostante la siccità, la Liguria è la prima regione per consumo di energia fossile in Italia e il presidente Toti ha appena annunciato un nuovo rigassificatore galleggiante al largo delle nostre coste” dichiarano gli attivisti. “Si sta letteralmente finanziando il collasso climatico”.
Questo pomeriggio in piazza de Ferrari alcuni attivisti di Extinction Rebellion hanno offerto ai passanti un momento di riflessione sulle responsabilità politiche della crisi climatica con una performance che si è svolta proprio di fronte al palazzo della Regione Liguria. Durante la performance, delle figure vestite di rosso – chiamate Red Rebels – hanno lentamente attraversato la piazza. “Rappresentano il sangue versato delle anime che perdono la vita a causa della crisi climatica” racconta Chiara. Lo scopo: rappresentare l’evidente aumento della siccità in Italia e nel mondo e l’inadeguatezza delle misure proposte dalle istituzioni. “La performance di oggi – ci spiega Chiara – può essere interpretata anche come una rappresentazione dei conflitti che avvengono nel continente africano e in Medio Oriente per l’accesso alle risorse idriche sempre più scarse, controllate dalle mafie locali. Più in generale, è uno specchio di come ci relazioniamo con il potere. Strisciando ci contendiamo un sorso d’acqua, da una parte. Dall’altra, diamo da bere sabbia agli assetati. Che razza di umanità è mai questa?”.
La comunità scientifica lancia infatti da anni continui avvertimenti riguardo l’aumento dell’intensità e della numerosità degli eventi climatici estremi. Si teme che diverse regioni agricole vitali per la produzione alimentare mondiale possano infatti essere colpite contemporaneamente da ondate distruttive e persistenti di caldo o di pioggia, facendo schizzare alle stelle i prezzi dei beni di prima necessità in tutto il mondo [1]. “Lo abbiamo visto l’anno scorso – dice Francesco – quando abbiamo dovuto scegliere se salvare il riso o dare da bere alle persone. Non possiamo cambiare le leggi della natura, ma possiamo cambiare le leggi dell’economia. Bisogna urgentemente ripensare il nostro rapporto con l’energia e i consumi”. Nella sola provincia di Genova, alla fine del 2022 mancavano all’appello ben 800 mm di pioggia (quasi 2 su 3 rispetto alla media trentennale) pari a circa 1.5 miliardi di metri cubi [2]. A confronto, i 50 milioni di metri cubi che recentemente il sindaco Bucci ha dichiarato di voler recuperare dai depuratori, per quanto coerente come intenzione in un’ottica di lotta agli sprechi, sono una quantità del tutto risibile [3]. È evidente dai dati dell’ARPAL che in tutte le 4 province è in aumento lo stress idrico, eppure niente sembra frenare la corsa alla crescita. Il caso di Andora, che in alta stagione vede moltiplicarsi per dieci il numero dei suoi abitanti salvo poi svegliarsi con l’acqua salata che esce dai rubinetti, dovrebbe fare riflettere.
La performance di oggi si inserisce all’interno di una campagna che comprende anche un cortometraggio sul tema siccità con cui gli attivisti vogliono rilanciare il grido di allarme del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. “Finanziando i combustibili fossili, gli Stati finanziano il declino della produzione agricola”, ci ricorda Lorenzo, uno degli attivisti del movimento. La Liguria è infatti prima in Italia per consumo di energia fossile con oltre il 92% e si attrezza per il futuro con la costruzione di un nuovo gasdotto attraverso l’Appennino e relativo rigassificatore galleggiante. Si tratta del progetto di Snam che doveva inizialmente riguardare il golfo di Trieste, ma dopo diverse valutazioni e la contrarietà del sindaco di Grado, la società ha optato per spostare il progetto nel Mar Ligure [8, 9]. Qualche giorno fa, infatti, il presidente Toti ha annunciato che il progetto sarà pronto entro la fine del 2023 [10].
Il modo in cui l’umanità debba affrontare lo stato di crisi climatica è indubbiamente complesso, ma – come spiegano gli attivisti – Extinction Rebellion chiede alla classe politica di lasciare che la soluzione sia affiancata da un campione di cittadini formati da esperti, come è avvenuto anche altrove in Europa e in altri Paesi del mondo. “Non è nostra intenzione imporre una nostra idea. Una delle nostre richieste è proprio quella di istituire delle assemblee cittadine per coinvolgere la popolazione nelle decisioni pubbliche. Il comune di Bologna sta provando a percorrere questa strada con noi grazie anche alla partecipazione attiva dei cittadini”.
Ad un canale di comunicazione sempre aperto tra le istituzioni politiche e i grandi raggruppamenti dell’economia non fa da contrappeso uno spazio di dialogo con i cittadini, uno spazio che sia altrettanto efficace nell’influenzare i piani di sviluppo che andranno a incidere sul bene comune.