Genova – La Procura della Repubblica ha autorizzato il rientro della salma in Egitto ma per il povero Mahmoud non c’è ancora pace perché le difficoltà burocratiche rallentano la partenza della bara verso il paese dove il padre e la madre aspettano di poter dare una degna sepoltura al corpo del ragazzo ucciso e smembrato dai suoi datori di lavoro.
Il rientro in Egitto della salma del ragazzo è complesso e costoso e quasi certamente sarà la Comunità islamica genovese a mettersi a disposizione della famiglia per cercare di accelerare le pratiche per questioni evidenti.
Il padre, la madre e i familiari tutti di Mahmoud attendono di poter dare l’ultimo saluto al giovane che era partito per lavorare e aiutare la famiglia ma è stato ucciso e decapitato ed il suo corpo gettato in mare.
Purtroppo la testa del ragazzo non è ancora stata trovata e gli esami medico legali necessari per le indagini hanno rallentato a lungo il rilascio dei permessi per il trasferimento.
Si spera ancora di restituire il corpo intero del giovane ma è comprensibile lo strazio dei familiari che ancora attendono di poter dare l’ultimo saluto al congiunto.