Genova – Dopo la presentazione ufficiale del progetto di fattibilità dello Skymetro il Comitato che si oppone alla sua realizzazione esprime le prime “perplessità” nate dall’analisi della nuova documentazione ufficiale.
“Da alcuni giorni il progetto di fattibilità dello Skymetro è disponibile. E, ovviamente, lo stiamo analizzando – scrive in una nota il Comitato – Sono uscite descrizioni, notizie, e la volontà del Comune sarebbe di dare l’impressione che sia un progetto che risolve tutti i dubbi. Purtroppo, a nostro avviso, quello che si vede è ancora peggiore di quello che avevano prospettato. Prima di dare comunicazioni dettagliate sui pericoli e difetti sull’opera, soprattutto sul suo impatto e inutilità, riportiamo, di seguito, alcuni spunti che, da subito, ci sono evidenti”.
“Che la progettazione, il percorso progettuale, dello Skymetro, fosse un pasticcio lo avevamo non solo intuito ma dimostrato in più passaggi – prosegue la nota – E ce ne sono tanti. Ne ricordiamo solo alcuni: i rendering diffusi con lo Skymetro che passava al posto degli alberi in Corso Galliera, rivelatosi falso; le due paginette presentate al Ministero tutte apparentemente sbagliate o che, addirittura, dimostravano la enormi difficoltà e danni del progetto; i ritardi da febbraio ad oggi di presentazione del progetto di fattibilità; numeri diffusi ma incomprensibili per noi come 60.000 persone che dovrebbero utilizzare lo Skymetro ogni giorno (e la popolazione della Media Valbisagno è di 58.000 persone; il tragitto annunciato diverso più e più volte”.
“Dalle prime letture del progetto di fattibilità, troviamo anche pagine uguali ad altri progetti – prosegue la nota – E che sia chiaro, abbiamo verificato solo alcune frasi perché qualche nostro progettista amico si ricordava di averle viste da qualche parte. Non abbiamo verificato tutto, anzi. Ma comunque ne abbiamo trovato anche altre. E se sono uguali potrebbe venire il pensiero che siano copiate. E se fossero copiate (ma non vogliamo pensarlo) allora è scandaloso che un progetto finanziato con 400 milioni di euro (solo per iniziare) non possa pagare chi scrive bene e tanto. Come già successo nelle pagine, tutte con dati sbagliati, con le quali il progetto ha ottenuto il finanziamento.
E non è un solo esercizio di critica, è che tutto fa pensare che il Comune non abbia il tempo, le risorse, le capacità, la giusta attenzione per seguire questo progetto bene. E che lo stia progettando via via, aggiustando il tutto come si può. Questa si chiama improvvisazione”.
“Le pagine uguali – denunciano ancora al Comitato contro lo Skymetro – ci portano a chiedere che la progettazione sia fatta seriamente. E noi pensiamo che se fosse fatta seriamente, sceglierebbe altri mezzi per migliorare la viabilità della ValBisagno. Siamo sempre più preoccupati e chiediamo ai referenti amministrativi di spiegare le frasi uguali. Che le avessero viste in un nostro tema, alle elementari, ci avrebbero detto che abbiamo copiato”.
Secondo la denuncia del Comitato ci sarebbero queste “strane somiglianze” Questa una
Da progetto skymetro:
“L’intervento acquisirà ancor più valore se contestualizzato nella vera e propria sfida della città di Genova: la ricerca di una identità più ecologica, più economica, più sociale.
Un obiettivo ambizioso, verso uno sviluppo urbano sostenibile e verde, che possa saldare un nuovo patto tra uomo e natura, recuperando i propri ecosistemi e i valori del territorio, proteggendo, connettendo, riqualificando.”
Da progetto a Taranto https://www.pedemontana.com/pagina20_ambiente.html :
“Il Progetto acquisisce valore se contestualizzato nella vera propria sfida per la città di Taranto: la ricerca di una nuova identità per il suo paesaggio industriale, che coniughi ambiente e sviluppo, che sia più ecologica, più economica, più sociale. Un obiettivo ambizioso, verso uno sviluppo urbano sostenibile e verde, che possa sancire un nuovo patto tra uomo e natura, recuperando i propri sistemi degradati ed i valori del territorio, proteggendo, connettendo, riqualificando.
Un’altra “novità” che suscita perplessità all’esame del progetto da parte del Comitato è che la larghezza dello Skymetro sembra aumentare. Lo Skymetro, secondo la denuncia del Comitato “diventa largo 16 metri nelle stazioni e 9 metri negli altri pezzi di struttura, poiché, a differenza di quanto annunciato innumerevoli volte, sarà tutto a doppio binario.
Questo porta la struttura ad essere più grossa ed impattante. Inoltre non è alto 7 metri, come sembrava, ma i marciapiedi delle stazioni saranno a 9,80 metri di altezza, con la copertura la struttura arriverà a 13 metri”.
“Questo allargamento – spiegano al Comitato – provocherà una bruttura e un impatto estetico maggiore e, per conseguenza, anche un suo avvicinamento alle case, dovuto anche al fatto che i piloni saranno completamente sui marciapiedi. La distanza dai palazzi sarà, per legge minimo, a 10 metri. Gli appartamenti coinvolti si troveranno, quindi, a 10 metri un treno, ad altezza di 9 metri, più il corpo del treno e coperture. Appartamenti che, supponiamo, non aumenteranno il loro valore, non aumenteranno la vivibilità, non aumenteranno il silenzio, non aumenteranno la propria luce. Le strade interessate da questo sono quelle di fronte a Borgo Incrociati/via Canevari, Via Moresco, corso Galileo Galilei, Piazza Romagnosi, via Jean Monnet, via Rino Mandoli, Lungobisagno Istria, piazzale Parenzo”.
Secondo le osservazioni del Comitato No Skymetro “la novità di uno Skymetro largo 15 metri e totalmente sul marciapiede con i piloni diminuisce necessariamente lo spazio riservato alle corsie stradali incidendo, al contrario di quanto sempre detto, anche sullo spazio stradale attuale. Come, ad esempio, in Lungobisagno Istria da Staglieno presso Ponte Campanella”.
Perplessità del Comitato riguardano anche il fatto che nel Municipio Bassa ValBisagno sembra prevista solo una fermata che non sarebbe di fronte a piazzale Marassi, come previsto prima, ma in Piazza Romagnosi con impatti significativi sulla zona della piazza e su tutta via Canevari.
“Questo – spiegano al Comitato – ribadisce il fatto che per la parte più abitata e ingorgata, urbanisticamente e a livello di traffico, della Valle l’opera porterà solo fastidi, e tanti.
Un’opera urbanistica deve migliorare tutta la città, non alcune parti a scapito di molte altre”.
Poco convincente anche il fatto che, secondo le osservazioni del comitato No Skymetro – le stazioni sarebbero distanti le une dalle altre circa 1 km, e saranno sulla sponda “est” del Bisagno, quella con meno residenze.
Se confermato questo significherebbe che chi vuole usare il mezzo dovrebbe partire da casa, arrivare al primo ponte (e non è detto che sia comodo e vicino), attraversare il Bisagno e fare il pezzo che manca per la stazione dello Skymetro, che potrebbe essere anche 500 metri e, per ultimo, salire ad altezza di 9 metri, per poter salire sui mezzi in transito.
“Ad essere gentili – spiegano con ironia al Comitato – prevedendo camminata senza problemi e clima favorevole ipotizziamo, per moltissimi, poco meno di 15 minuti per fare questo tragitto, sommando i tre minuti (il mezzo si annuncia che passi ogni 6 minuti) di attesa agli 11 se si prende a Molassana, un po’ meno se si prende più a valle, il tempo di spostamento arriva a mezz’ora”.
Inoltre – secondo le osservazioni critiche “le stazioni così rarefatte diventano utili solo per spostamenti lunghi”.
“Inutile ricordare – prosegue la nota – che un Tram, con fermate distanti tipo le fermate bus odierne, diventa un mezzo anche per spostamenti quotidiani all’interno dei quartieri della ValBisagno anche solo per fare spesa o piccole commissioni. Lo Skymetro no”.
Parere negativo anche sulla prima tratta del progetto.
“Se esiste una immagine esemplificativa – spiega ancora il Comitato – della confusione, dei contorcimenti, dei cambi progettuali da dribbling calcistico che la progettazione dello Skymetro porta con sé è quella della prima tratta, da Stazione Brignole a via Canevari.
Ci sarebbe da ridere se non ci preoccupasse. In questo pezzo lo Skymetro si porta accanto alla scuola Istituto Comprensivo Terralba, indugia un pochino con una curva, poi si proietta con un enorme ponte in via Canevari, sorvolando il fiume, impattando su via Canevari, disturbando la scuola e poi fa una ultima curva per immettersi in Via Moresco, prima, poi, di ricambiare lato più in su”
“Questi sono solo le prime macro osservazioni – si legge ancora sulla nota – ma tutto il progetto sembra pensato in periodi passati, quelli in cui la tecnologia potente ed invasiva era sinonimo di progresso. Oggi, con tutte le conoscenze maturate e sperimentate, le soluzioni per migliorare il traffico, sposando efficacia a sostenibilità sociale, ambientale, economica esistono. Il Tram è in decine di città italiane con progetti in atto, o conclusi, in centri Storici stretti e apparentemente angusti come Firenze e Bologna.
Il Tram non è una soluzione di ripiego. Ma sarebbe un modo di rendere Genova un modello, vero, e di iniziare a rendere la città vivibile e a misura di persona.
Lo Skymetro accumulerebbe tonnellate di cemento e metallo con una struttura che richiede manutenzioni enormi e che potenzia, di fatto, l’attuale incentivo allo spostamento in auto”.