Genova – Appuntamento alle 14, in Tribunale, a Palazzo di Giustizia, per l’interrogatorio di garanzia del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari in seguito alle indagini su un presunto giro di tangenti e favori che ha portato all’arresto del presidente ma anche del suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani, dell’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale e ad di IREN (sospeso) Paolo Emilio Signorini e dell’imprenditore e terminalista Aldo Spinelli ex presidente del Genoa e del Livorno Calcio.
Quasi certamente, però, il presidente Toti farà dichiarazioni e non risponderà alle domande del gip Faggioni, avvalendosi invece della facoltà di non rispondere come ha già fatto ieri il primo ad essere interrogato in carcere, Paolo Emilio Signorini.
Già ieri, in serata, infatti, l’avvocato del presidente Toti, inviando un video alle Redazioni, ha fatto sapere quella che sarà la prima linea difensiva: le carte da esaminare sono tante ed occorre esaminarle prima di rispondere con cognizione di causa.
“Tutti i denari in entrata e in uscita sono tracciabili – ha dichiarato l’avvocato Stefano Savi – come impongono le normative sulla trasparenza di queste operazioni e sono stati spesi per necessità di tipo politico connesse all’attività del presidente e delle persone che lavoravano con lui o hanno connessioni politiche con lui. Non c’è stata nessuna anomalia nella spesa, né a titolo personale, né ad altro titolo”.
Nelle dichiarazioni dell’avvocato Savi anche le risposte alle tante domande sul futuro del presidente Toti che da più parti viene invitato a dare le dimissioni.
“Quando sarà il momento ne parlerà con tutti i partiti della maggioranza” ha risposto l’avvocato lasciando aperta ogni eventualità.
In attesa degli sviluppi ci si concentra al momento sull’analisi della documentazione fornita dai giudici alla difesa che ha scelto, lecitamente ma in modo “irrituale” di comunicare con dichiarazioni pre confezionate e neppure inviate a tutte le Redazioni come sarebbe giusto e corretto fare.
La scelta di inviare video pre-confezionati impedisce infatti ai Giornalisti di porre domande in quel contraddittorio che è il fulcro dell’attività giornalistica e l’anima dell’Informazione.