Genova – E’ durato oltre 8 ore, nella caserma della Guardia di Finanza vicina al Porto, l’interrogatorio del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti che, secondo le indiscrezioni, avrebbe risposto a non meno di 100 domande dei magistrati che indagano sul presunto giro di mazzette e favori che ha portato all’arresto anche del suo capo di Gabinetto, Matteo Cozzani, dell’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini e dell’imprenditore della logistica Aldo Spinelli.
Un interrogatorio “fiume” quindi, con decine e decine di domande cui il presidente Toti avrebbe risposto con dovizia di particolari e rispondendo sempre ai rilievi dei magistrati che gli contestano numerosi episodi che dovranno essere accertati ulteriormente.
Toti è entrato in caserma intorno alle 11 e ne è uscito intorno alle 19,30 e sempre secondo le indiscrezioni avrebbe concentrato la sua difesa sulla dimostrabile legalità dei finanziamenti ricevuti “in chiaro” e sull’insussistenza delle accuse di aver favorito imprenditori e aziende.
Molto probabilmente, dopo aver risposto alle domande, Toti potrebbe chiedere il rilascio dagli arresti domiciliari per poter finalmente incontrare gli alleati politici e i rappresentanti dei partiti che lo sostengono nella maggioranza alla guida della Regione Liguria prima di decidere se dimettersi o meno dall’incarico che è ora “ad iterim” al suo vice Alessandro Piana.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere sentito anche l’ex presidente dell’autorità portuale di Genova – che come Toti aveva deciso inizialmente di non rispondere ai magistrati (come lecito fare) per poter studiare le carte.
Una situazione ancora più delicata quella di Signorini che è agli arresti in carcere dal 7 maggio.