Genova – Dovrebbe arrivare nella mattinata di oggi la risposta del Tribunale del Riesame per la richiesta di scarcerazione presentata dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Ameglia, dal 7 maggio scorso nell’ambito dell’inchiesta per il presunto giro di mazzette e favori che ha portato all’arresto anche del suo ex capo di Gabinetto Matteo Cozzani, dell’ex presidente dell’autorità portuale di Genova e Savona, Paolo Signorini e dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli.
Il presidente, che dal mese di maggio è sostituito nel suo incarico dal vice presidente Alessandro Piana, confida che i giudici concederanno la scarcerazione, o, in alternativa, almeno la possibilità di spostare la sede degli arresti domiciliari a Genova.
Non ci saranno dimissioni, almeno per ora, ma il presidente Toti ha sgomberato il campo dai dubbi comunicando che non ci sarà un terzo mandato e che non accetterà più finanziamenti elettorali con le modalità seguite sino ad ora, pur trattandosi di dazioni trasparenti e tutte rigorosamente tracciabili.
Diversi ed articolati i filoni di indagine che lo interessano e dopo la scarcerazione del suo ex capo di Gabinetto (dimissionario) Toti confida di poter tornare quanto prima al lavoro in attesa che i magistrati portino a compimento le indagini.
Scarcerazione che, però, è tutt’altro che scontata vista la posizione restrittiva mantenuta per l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Signorini, ancora in carcere dal 7 maggio, e nei confronti dell’imprenditore Aldo Spinelli, ancora ai domiciliari.
In giornata, qualunque sia l’esito della decisione dei giudici, è prevista una dichiarazione pubblica del presidente Toti.