Genova – Continua lo stillicidio di chiusure di negozi storici nel capoluogo ligure e in Galleria Mazzini sta per chiudere la Fata dei Bambini, il celebre negozio di giocattoli che ha rappresentato per oltre cento anni un punto di riferimento per i regali di Natale e per le feste di ogni bambino.
Uno dei negozi di giocattoli più conosciuto di Genova abbasserà la saracinesca prima di Natale, al più tardi entro la fine dell’anno.
I titolari vanno in pensione ma il colpo di grazia pare averlo dato l’allagamento del negozio, lo scorso anno, con danni ingenti e la necessità di ricominciare praticamente “da capo”.
Un duro colpo per i titolari che, dopo lunga e sofferta riflessione, hanno deciso di ritirarsi per la meritata pensione.
Un tentativo per cercare “un successore” è stato fatto ma al di là di qualche incontro e scambio di idee non si è mai andati e così è arrivata la decisione di aprire una vendita con super sconti per poi salutare per sempre il negozio.
Si spegne così un’altra insegna storica della città che affronta evidentemente una crisi senza precedenti e che sta trasformando rapidamente – e secondo molti osservatori non in meglio – il panorama commerciale cittadino.
Sempre più supermercati e centri commerciali e sempre meno negozi speciali ed unici caratterizzati da stile e che danno un timbro alla città.
Spazio quindi alla omologazione, alla globalizzazione dei marchi e delle catene e sempre meno “anima”, imprenditoria e idee innovative e di successo. Con buona pace delle timide e poco convinte campagne lanciate per invitare i genovesi a “comprare sotto casa”.
La città perde qundi un altro tassello di quel tessuto commerciale che la caratterizzava ma, soprattutto, si spegne uno dei punti di riferimento per i giochi dei bambini, con le vetrine che hanno visto i “nasini” e gli occhi illuminati di gioia di generazioni e generazioni di genovesi e gli occhi illuminati di gioia.
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E speriamo non lo rimpiazzino con l’ennesimo dehor che occuperà mezza galleria e costringerà chi è interessato alle vetrine a fare ulteriori slalom fra tavoli affollati di gente che mangia e aperitivizza a qualsiasi ora del giorno: così anche il ‘salotto buono’ sarà sempre più simile al resto del centro, in una città che cerca di reinventarsi turistica senza averne né vocazione né strutture.
Agganciandoci al circuito delle città d’arte rischiamo di fare la fine di Firenze e Venezia: musei a cielo aperto, de facto irrilevanti, semplici scenografie di sfondo per un turismo di massa sempre più calibrato sui social, sempre più plasticoso…