Filippo BiolèGenova – L’avvocato Filippo Biolé resta “in pista” come candidato sindaco di autentica proposta civica e non si allea, almeno non sino ad un eventuale ballottaggio, nè con il centro-destra di Pietro Piciocchi ma neppure con il centro-sinistra di Silvia Salis.
Una scelta radicale quella annunciata dall’avvocato giuslavorista molto attivo nel mondo culturale, appoggiato sin da subito dagli ambienti accademici e attualmente in viaggio con gli studenti al campo di sterminio di Aushwitz per far conoscere l’orrore nazifascista e dello sterminio di ebrei e minoranze etniche.
La “casa” naturale di Biolè, per formazione e pensiero, sarebbe certamente più vicina a quella del centro sinistra ma alcuni comportamenti e risposte ritardate “quando era l’ora di rispondere” lo hanno convinto a voler correre in solitaria per sfuggire alle logiche dei partiti e per offrire a chi è deluso dalla politica e aveva scelto di non votare, di poter tornare alle urne senza “doversi tappare il naso”.
L’obiettivo primario di qualunque azione politica, secondo Biolé, è infatti riconquistare la fiducia degli elettori che dovranno tornare ad essere il punto di partenza delle decisioni per il futuro della città, invece di continuare a ricevere “progetti calati dall’alto” e imposti senza neppure consultare “la base”. Un punto dolente per il centro-sinistra che non ha ancora del tutto “digerito” la candidatura “a sorpresa” di una persona certamente dotata e qualificata ma che ha innegabilmente poca dimestichezza con i problemi e le priorità cittadine.
Biolè ha anche chiarito di aver ricevuto delle “pressioni per un’eventuale convergenza con la coalizione di centro-destra” e di aver reagito con un “no grazie” anche per quello.
La scommessa sull’astensione, in realtà, riguarda tutte le formazioni in campo poiché è indiscutibile che tutte le scorse elezioni hanno visto prevalere formazioni che, nel complesso, non hanno ottenuto il favore della maggioranza degli aventi diritto ma solo la quella dei votanti, spesso neppure il 50% degli iscritti ai registri dei seggi elettorali.
Chi ha vinto, insomma, rappresenta solo la maggior parte di chi si è recato al voto e spesso neppure arrivando vicino alla metà degli aventi diritto.
Il “partito degli astensionisti”, insomma, sarebbe quello “più forte” sebbene erroneamente convinto che la sua posizione conti qualcosa visto che, a vincere, resta la coalizione che riesce a portare più persone al voto.
Un segno dei tempi che ha radici lontane e che invece di preoccupare la politica la sostiene nelle sue posizioni visto che non è necessario che tutti votino ed anzi, come spiegano gli osservatori più attenti, è proprio l’astensionismo a premiare alcuni partiti che sono meglio preparati di altri a mobilitare i propri elettori al voto.
Per questo Biolè ha scelto di provare la via solitaria per convincere al voto quelli che proprio non se la sentono di votare i partiti tradizionali di centro, di sinistra e di destra.
Sfiducia e disillusione sono i vocaboli che Biolé vorrebbe cancellare dal vocabolario delle prossime elezioni comunali e per questo ha scelto di non aderire alle offerte pervenute.
Un compito arduo che però potrebbe giocare un suo “peso” specifico nel caso di un eventuale ballottaggio.
“Genova ha una medaglia d’oro sul proprio gonfalone perché si liberò da sola – ha dichiarato Biolé, intervistato dall’emittente Telenord – Vogliamo riconquistare quell’orgoglio attraverso la legalità e la trasparenza”.
Le dichiarazioni di Biolè sono state pubblicate anche sulla sua pagina Facebook
Ecco il testo completo:
“A seguito di pressioni ricevute dalla coalizione di centro sinistra affinché la nostra proposta politica si unisca ad essa, replichiamo quanto segue. La decisione di correre con una lista civica persegue un obiettivo preciso e urgente: quello di far ritornare al voto l’elettorato tradito dalla politica da decenni. Più della metà dei genovesi alle scorse regionali non ha votato. Genova ha una medaglia d’oro sul proprio gonfalone perché si liberò dal giogo da sola. Vogliamo riconquistare quell’orgoglio. Lo faremo con la legalità, con la trasparenza di tutta l’azione amministrativa. La candidata cooptata dal PD e offerta alla coalizione, rappresenta il potere, maschilista e inamovibile. Oltre che alla memoria abbiamo perso mesi a causa dei veti incrociati di politici di carriera. Non crediamo che questa proposta possa favorire il ritorno al voto. Ci rifiutiamo quindi di convergere anche noi: tradiremmo noi stessi, i nostri valori e i nostri sostenitori. Per questi motivi ribadiamo che la candidatura civica di Filippo Biolé è ufficiale, per perseguire lo scopo di offrire un’alternativa ai genovesi che vogliono tornare ad esprimersi. Comitato Filippo Biolé Sindaco Genova Unita”
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