Genova – Anche il Circolo Nuova Ecologia, tra i più attivi nella organizzazione di proteste e flash mob contro il taglio degli alberi in città, risponde “per le rime” alle gravissime accuse lanciate nemmeno troppo tra le righe nella lettera inviata dal sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi a seguito della tragica morte di Francesca Testino, la funzionaria di 57 anni travolta ed uccisa dal crollo di una palma in piazza Paolo da Novi, alla Foce.
Nella lettera, dopo le scuse e il dolore per quanto avvenuto, il candidato sindaco del centro-destra si è scagliato contro gli Ambientalisti e i Comitati che difendono gli alberi e protestano contro gli abbattimenti, lasciando intendere che i crolli avvenuti in città sarebbero in qualche modo collegati alle minacce e alle proteste.
Accuse che Andrea Agostini, sempre in prima linea a difesa di ogni albero che sembra essere condannato a morte pur sembrando sano, rispedisce al mittente con una lettera dai toni decisamente poco pacati:
“Caro sindaco, se smettessi di raccontare balle e di scaricare le tue pesanti responsabilità su altri faresti cosa buona e giusta.
Incominciamo dai morti. L’organizzazione mondiale della sanità e l’istituto Tumori di Genova sostengono che ogni anno a Genova muoiono cento persone che non dovrebbero morire e molte si ammalano e il tutto è legato alla qualità dell’aria in città. Da sette anni la tua maggioranza non fa nulla per non fare morire cento persone l’anno e anzi agisce consapevolmente aumentando le problematiche che portano al peggioramento della qualità dell’aria.
Tu e il sindaco cianciate di 3600 alberi da piantare dalla Foce alla Lanterna
Sino a ora, in sette anni, avete piantato quattro palme in vaso sul retro del padiglione blu alla Foce e soprattutto vi guardate bene del dire e soprattutto di mettere a bilancio del comune il costo delle piantumazioni e della manutenzione, il Comune parla per atti giuridici, ma voi non avete messo a bilancio una lira in più per il verde da anni, solo annunci.
Contando tra tagli e piantumazioni il comune di Genova ha un passivo accumulato dal vostro governo della città pari a circa centinaia di alberi.
Avete prodotto un piano del verde che per vostra stessa ammissione è un insieme di linee di condotta, senza vincoli e senza finanziamenti.
In anni di gestione del comune non sapete neanche quanti alberi ci sono a Genova, dove sono e quali le tipologie. In questo senso parlare di alberi monitorati è una balla e una presa in giro
Lasciate per mesi se non per anni alberi da voi fatti certificare come in classe d, cioè a rischio crollo imminente, nei giardini delle scuole, nei viali e nei giardinetti senza avvisare chi ci gioca o passa sotto, del pericolo.
Avete ricoperto di asfalto un prato a Quinto per farci atterrare gli elicotteri dei ricchissimi in visita e dal 2019 non avete più tolto l’asfalto, tanto di un prato in meno e una bomba di calore in più non vi interessa nulla.
Io per conto mio continuerò a difendere il verde dalle vostre delibere sporche di cemento, come difendo la vita, la bellezza per tutti e anche per voi e i vostri cari che consegnate alla morte con la scusa del caso, dell’imprevedibilità”.