Genova – “Abbiamo sbagliato, ci siamo sentiti di tenere quel comportamento visto l’intensità e l’animosità di quei giorni. Ma ora chiediamo scusa e risarciremo il danno in base alle nostre possibilità economiche”, sono le dichiarazioni rilasciate da dieci degli undici ‘ultras’ della Sampdoria che nelle scorse ore sono comparsi davanti al giudice Carla Pastorini, dopo che la Procura ne aveva chiesto l’arresto nelle scorse settimane per i fatti accaduti prima, durante e dopo il derby di Coppa Italia contro il Genoa, disputato lo scorso mese di settembre e caratterizzato da violenti scontri tra le opposte fazioni e le forze dell’ordine che avevano paralizzato il quartiere di Marassi e tutta la zona intorno allo stadio Luigi Ferraris.
Durante l’udienza, la pubblico ministero Monica Abbatecola ha riformulato le richieste nei confronti degli undici uomini: tre arresti, quattro arresti domiciliari e quattro obblighi di firma. Uno si è reso irreperibile.
Inoltre, due di loro sarebbero accusati di aver preso parte all’aggressione al pullman della squadra dopo la pesante sconfitta della Sampdoria in casa contro il Frosinone di fine marzo. La giudice si pronuncerà probabilmente nella giornata di lunedì 30 giugno.
Ad aprile si erano chiuse le indagini che avevano visto accusati 29 persone appartenenti alle tifoserie organizzate di Genoa e Sampdoria che avrebbero partecipato ai suddetti scontri. Le accuse a loro carico sono di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, porto d’armi e violazione di Daspo.
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