Loano (Savona) – Avevano trasformato una radura nascosta tra i boschi di Loano e di Boissano in una vera e propria centrale dello spaccio: bilancini, piatti bruciati, nylon termosaldato, dosi già pronte e cocaina in pietra ancora da lavorare. Un luogo isolato, difficile da raggiungere, scelto con cura per eludere i controlli e continuare indisturbati la loro attività illecita. Ma la loro “zona franca” è stata individuata e smantellata da un’operazione del Nucleo Sicurezza Urbana e Cinofili della Polizia Locale di Loano e Finale Ligure che ha portato all’arresto, in flagranza, di due spacciatori.
L’operazione, scattata nel pomeriggio del 14 luglio, è frutto di giorni di appostamenti e pedinamenti effettuati in abiti civili, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Savona. A dirigere le indagini, con attenzione e determinazione, il sostituto procuratore Luca Traversa, già informato in tempo reale sugli sviluppi dell’attività.
I due soggetti, già noti alle forze dell’ordine per reati specifici, erano stati seguiti a bordo di scooter e auto intestati a terze persone, fino all’area boscata di Boissano. Qui, seduti su un telo, sono stati osservati mentre manipolavano lo stupefacente con gesti rapidi e precisi: tagliavano il nylon, scaldavano piatti con l’accendino per frantumare la cocaina in pietra, pesavano le dosi e le termosaldavano una a una, in un rituale criminale consolidato.
Il blitz è scattato quando gli agenti, nascosti tra la vegetazione, hanno avuto la certezza visiva delle operazioni di confezionamento. Uno dei due arrestati ha tentato la fuga, ma è stato bloccato dopo un breve inseguimento. Entrambi, in evidente stato di alterazione, sono stati immobilizzati e condotti presso il comando di polizia locale di Loano.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati oltre 88 grammi di cocaina, suddivisi in 18 dosi pronte alla vendita, sei involucri in forma solida e una porzione in polvere ancora sul piatto, oltre a strumenti da taglio e confezionamento, telefoni cellulari e denaro contante. Durante il fermo, i telefoni squillavano ininterrottamente, a conferma dell’attività fiorente.
I due sono stati trasferiti nella notte alla casa circondariale di Imperia, su disposizione del sostituto procuratore Traversa, che ha ritenuto di non procedere con rito direttissimo, ma ha richiesto la convalida al Gip.
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