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Genova, forno elettrico a Cornigliano, le perplessità dei comitati

forno elettrico eaf acciaioGenova – Rischio polveri sottili per il quartiere di Cornigliano – e per i quartieri vicini – con l’ipotesi della realizzazione di un forno elettrico ad arco per la produzione dell’acciaio negli impianti ex Ilva. Lo evidenziano i comitati del “No forno elettrico a Genova” che, sulle pagine social pubblicano un grafico previsionale sulla possibile concentrazione di polveri sottili, in particolare quelle PM2.5 nell’aria del quartiere. Concentrazioni che potrebbero avere un pesante impatto sulla salute dei residenti ma anche sulla popolazione dei quartieri confinanti poiché non c’è un muro a dividere l’aria di Cornigliano da quella che respirano i genovesi.
Il gruppo “No forno elettrico a Genova” ricorda infatti che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda una concentrazione media annua di PM2.5 inferiore a 5 µg/m³ e che queste polveri sarebbero, a Cornigliano, “il particolato fine più pericoloso” perchè responsabile di gravi danni a lungo termine come la riduzione della funzione polmonare, soprattutto nei bambini, l’aumento della mortalità prematura per malattie respiratorie e cardiovascolari, l’incremento del rischio di tumori polmonari e anche alterazioni cerebrali nel feto, secondo ricerche recenti.
Sempre secondo il comitato, se a Cornigliano venisse realizzato un forno elettrico a caldo e questo fosse dotato di un sistema di filtraggio dei fumi di scarico al 99% si stima che nel quartiere si respirerebbe aria con concentrazioni di PM2.5 intorno a 183 µg/m³, cioè circa 7 volte il limite massimo OMS.
Sempre secondo la stima del comitato, in aree limitrofe come Sampierdarena e Sestri Ponente, le concentrazioni arriverebbero da 50 a 150 µg/m³, ben oltre i limiti di sicurezza.
Anche nel centro città – sempre secondo la valutazione pubblicata dal comitato, i livelli sarebbero superiori ai limiti OMS, con impatti sanitari non trascurabili.
Per questo motivo la risposta negativa al progetto di realizzazione del forno elettrico per proseguire la produzione di acciaio e garantire i posti di lavoro nelle acciaierie, secondo il comitato, sarebbe auspicabile.
“Qual è il prezzo di tutto questo? – si domandano al Comitato – Non solo numeri: parliamo di vite umane, di salute pubblica, di bambini e famiglie esposte a un’aria pericolosa ogni giorno”.
(sotto il grafico pubblicato dalla pagina No forno elettrico a Genova su Facebook)

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