Genova – E’ stata curata con ogni attenzione ed oggi la tartaruga di mare Caretta caretta chiamata Thalassa è tornata al mare questa mattina a bordo dell’unità navale GC B132, messa a disposizione dalla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Genova.
L’esemplare – un adulto di 60 cm di lunghezza, 55 cm di larghezza e 30 kg di peso – è il primo curato presso il centro di recupero dell’Acquario di Genova e rilasciato nel Mar Ligure dotato di tag fornito dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa.
L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Università di Pisa e al sostegno della Fondazione CIMA.
Il tag fornisce informazioni sullo spostamento orizzontale, sul comportamento in immersione e sulla temperatura, dati che l’Università di Pisa analizzerà e che Fondazione CIMA utilizza per migliorare i modelli di posizionamento degli animali. CIMA mette anche a disposizione le antenne UHF (Ultra High Frequency) per supportare nella raccolta dati nel caso in cui l’animale si trovi nel range di trasmissione delle antenne.
A salutarla era presente anche Classe 4 sez. A della scuola primaria Convitto Colombo.
Thalassa era stata soccorsa a fine luglio al largo d’Imperia. All’equipaggio del Servizio Navale della Guardia di Finanza che l’aveva avvistata era parso che avesse difficoltà a immergersi. Dopo il trasferimento all’Acquario da parte dei Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Imperia, la tartaruga era stata presa in cura dallo staff medico-scientifico dell’Acquario. In seguito agli accertamenti veterinari era stata diagnosticata una polmonite, successivamente trattata con successo. Al momento del rilascio, l’animale risulta in buone condizioni di salute ed idoneo a tornare in mare.
L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per il recupero delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni). Nel 2017 è stato riconosciuto ufficialmente come centro di recupero e lunga degenza delle tartarughe marine dal Ministero della transizione ecologica.
Si ricorda che chiunque avvisti un esemplare in stato di difficoltà deve allertare immediatamente la Guardia Costiera – chiamando il numero 1530 o il 112 – che a sua volta contatta immediatamente gli esperti dell’Acquario di Genova, i quali valutano il caso e la necessità effettiva di intervento e danno indicazioni su come operare.
Nessuno è autorizzato a recuperare di propria iniziativa (anche se a fin di bene) le tartarughe prima di avere il nulla osta dalla Guardia Costiera. Si ricorda che la cattura delle tartarughe è vietata dalla legge, in quanto specie protetta dalla Convenzione CITES.
L’attività di pronto soccorso tartarughe di Acquario di Genova è svolta in accordo con i Carabinieri Servizio CITES, che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali, e in collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima della Liguria e l’Acquario che ha l’obiettivo di definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino.
Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.
Fondazione CIMA è un centro di ricerca internazionale che sviluppa soluzioni scientifiche e tecnologiche per la protezione civile e la salvaguardia della biodiversità. È riconosciuta a livello globale per i suoi modelli innovativi nella previsione e prevenzione dei rischi di alluvioni, siccità e incendi boschivi, e per il suo impegno nella conservazione degli ecosistemi marini.