Genova – Ha atteso di essere da solo e si è impiccato alla finestra della sua cella nella sezione I del carcere di Marassi. Un detenuto di 54 anni ha deciso di togliersi la vita, questo pomeriggio, per motivi ancora in via di chiarimento. A scoprire la tragedia un agente di polizia penitenziaria che ha subito tentato di rianimare l’uomo ma senza risultato.
Nel carcere è accorsa un’ambulanza del 118 ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare nonostante una lunga rianimazione cardio-polmonare.
La tragedia torna ad arroventare le polemiche sulle condizioni di vita e di lavoro all’interno delle carceri italiane.
“Questo ennesimo suicidio di un altro detenuto in carcere – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziatia – dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze. Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 17mila tentati suicidi ed impedito che quasi 125mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Purtroppo a Marassi il pur tempestivo intervento del poliziotto di servizio non ha potuto impedire il decesso del detenuto”.
Il Segretario Regionale SAPPE della Liguria, Michele Lorenzo, sottolinea: “La situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata! Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Genova Marassi – con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si può lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticità del Paese”.