Genova – E’ definitiva la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale ligure che dichiara illegittima la deroga alla caccia allo storno, la specie passeriforme “accusata” di danneggiare la raccolta di olive nell’intera regione.
La caccia allo storno, che si sarebbe dovuta concludere il 15 dicembre 2015, viene dunque fermata con quasi due settimane di anticipo, a fronte di una sentenza ormai definitiva che blocca la delibera della Giunta Regionale del 3 novembre scorso, con cui la caccia veniva riaperta e, per l’appunto, derogata.
La Regione Liguria sarà adesso costretta a pagare le spese legali delle associazioni faunistiche e ambientaliste che hanno portato avanti la battaglia contro la deroga.
Le motivazioni che hanno portato alla sentenza sono state fondamentalmente due, che tenderebbero a rimarcare una responsabilità diretta della giunta regionale in tutta questa vicenda.
Malgrado il tentativo di tutelare la raccolta delle olive, non sarebbero stati infatti rispettati i pareri obbligatori dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e per Ricerca Ambientale, ndr), con uno smisurato ampliamento delle aree di caccia allo storno, estese a più di 200 comuni liguri, quando la problematica del contenimento del numero di individui di tale specie avrebbe dovuto riguardare non più di 37 località della Liguria.
Inoltre, non sarebbero state rispettate le regole che imporrebbero di conteggiare il numero di individui cacciati già al momento di ogni singola cattura, e non alla fine delle giornate di caccia, come avvenuto in questa vicenda.
Con la riapertura dell’abbattimento non sono state neppure previste delle soglie di capi abbattibili, con la conseguente mancanza di controllo sul numero effettivo di individui uccisi dai cacciatori autorizzati.
Ad esultare, dopo la sentenza, sono le associazioni ambientaliste e faunistiche come la LAC (Lega Abolizione Caccia), la LAV (Lega Anti Vivisezione) e l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), che si sono schierate in prima linea a difesa dello storno, specie che sarebbe dovuta risultare protetta e soggetta al divieto di caccia a livello europeo.
“Ci auguriamo che in materia di gestione faunistica la nuova Giunta regionale metta da parte i cattivi consigli e i provvedimenti improvvisati, già visti anche con la precedente amministrazione, dato che anche la Liguria è sotto osservazione da parte della Commissione UE per precedenti infrazioni al diritto comunitario in materia di caccia e specie tutelate” sono state le prime parole pronunciate all’unisono da Massimo Pigoni, presidente della sezione Liguria dell’ENPA, Graziella Cavalloni, presidente nazionale LAC, e Massimo Pitturi, referente per la fauna selvatica in nome della LAV.