Roma – Rifornivano alberghi e ristoranti di lusso di frutta e mozzarelle di bufala, tenendo in pugno il commercio agroalimentare di intere aree del centro di Roma. Erano in tutto una trentina tra ristoranti e alberghi gli esercizi commerciali che si rifornivano dal clan Moccia, che secondo le accuse gestiva anche una grossa catena di supermercati. Il gip di Roma ha emesso l’ordine di custodia cautelare per sette dei suoi esponenti di punta. Nell’ordinanza, il gip Giuseppina Guglielmi scrive che Luigi Moccia (“riconosciuto capo dell’omonimo clan di stampo camorristico”), “si è inserito nel tessuto commerciale ed economico della città gestendo alberghi e bar”. Nei confronti dei soggetti coinvolti è scattato anche il ritiro dei beni per un valore di un milione di euro.
Il settore agroalimentare è ormai da tempo nel mirino della criminalità organizzata. Secondo una stima della Coldiretti si tratta di un business che frutta 15,4 miliardi. “Gli interessi criminali – si legge nel rapporto – sono rivolti anche alle forme di investimento nelle catene commerciali della grande distribuzione, nella ristorazione e nelle aree agro-turistiche, nella gestione dei circuiti illegali delle importazioni/esportazioni di prodotti agroalimentari”.
“Un’ attività – aggiunge la Coldiretti – favorita dalla mancanza di trasparenza nel commercio dei prodotti agroalimentari per i quali non è ancora prevista una capillare tracciabilità con la presenza dell’indicazione di provenienza sulle etichette”.
“Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta – si legge infine – ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy”.