Dacca (Bangladesh) – Il bilancio dell’attentato di Dacca avvenuto due giorni fa all’interno di un ristorante del quartiere diplomatico ha generato dolore e sgomento in tutti i paesi colpiti dai lutti, compresa l’Italia, e da un’azione terroristica portata avanti con sanguinoso cinismo da chi l’ha intrapresa.
La notizia che ha iniziato a circolare nelle ultime ore è che i membri del commando avessero sì una simpatia per il Califfato, ma che facessero parte di una lite giovanile bengalese che negli ultimi mesi sta cominciando a trovare sempre più consensi tra chi ritiene una “moda da seguire” quella di diventare miliziani per organizzazioni terroristiche, più o meno vicine allo Stato Islamico.
A confermare questo quadro è stato il ministro degli Interni del Bangladesh Asaduzzaman Khan, che avrebbe sottolineato come l’azione terroristica sia stata portata avanti da uomini del gruppo jihadista bengalese Jumatul Mujahedeen Bangladesh, dichiarato ufficialmente illegale dal 2006.