Torino – Investivano i guadagni fatti sfruttando giovani prostitute nella produzione di marijuana che rivendevano sul mercato piemontese. I carabinieri del comando provinciale hanno individuato e smantellato una banda di malviventi di origine albanese che controllava il racket della prostituzione in alcune zone della città ma non disdegnava neppure lo spaccio di droga, l’estorsione e l’usura.
La banda istallava una App spia sui telefoni cellulari delle ragazze indotte a prostituirsi e ne controllava i movimenti da lontano. I loro guadagni venivano gestiti dall’organizzazione che li reinvestiva nella produzione industriale di
marijuana scoperta nei boschi isolati e in aree appositamente disboscate per permettere la coltivazione intensiva.
Oltre 4mila le piante di marijuana sequestrate durante le indagini e sequestrata droga per diversi milioni di euro.
In manette sono finiti 10 cittadini albanesi accusati, a vario titolo, di reclutamento, sfruttamento e induzione alla prostituzione ma anche di usura, estorsione, lesioni aggravate e produzione di droga.