Genova – Il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate Walter Pardini è stato arrestato con l’accusa di corruzione.
Pardini è stato arrestato in flagranza di reato ieri sera, intorno alle 23.30 mentre usciva da un noto ristorante di Recco dopo aver incassato una tangente da un avvocato e due commercialisti per una cifra che si aggira intorno ai 7500 euro.
I tre professionisti lavorano per un’azienda di logistica con sede in Campania che aveva un contenzioso aperto con l’Agenzia delle entrate campana e che avrebbe trasferito la sua sede nel capoluogo ligure proprio per potersi avvicinare a Pardini.
L’inchiesta che ha portato all’arresto del direttore provinciale è stata condotta dalla Procura della Repubblica è stata coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e dal sostituto Massimo Terrile e condotta dalla Guardia di Finanza.
Per tutta la mattinata di oggi sarebbero state effettuate perquisizioni nell’ufficio di Pardini in via Fiume. L’indagine degli uomini delle Fiamme Gialle del nucleo di polizia tributaria ha portato a supporre che quella di ieri non era la prima volta in cui il direttore intascava soldi.
Pardini si era insediato a Genova nel gennaio del 2016 arrivando da Livorno, dove aveva ricoperto un incarico analogo.
Le indagini sono partite dopo il trasferimento della sede da Napoli a Genova senza alcun apparente motivo. Secondo gli investigatori il cambio di sede sarebbe legato alle promesse fatte dal direttore che avrebbe garantito il suo intervento sul contenzioso in cambio di soldi.
Dall’Agenzia delle Entrate arriva anche una dichiarazione: “La Direzione regionale della Liguria dell’Agenzia delle Entrate ringrazia e offre la massima collaborazione all’Autorità giudiziaria per far piena luce sulla vicenda che ha portato all’arresto del direttore della Direzione Provinciale di Genova, nell’ambito di un’inchiesta per reato di corruzione. Di conseguenza l’Agenzia ha immediatamente adottato la sospensione cautelare dal servizio in attesa del provvedimento dell’Autorità giudiziaria a seguito del quale verranno assunte tutte le misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie per tutelare l’istituzione e la dignità dei propri dipendenti che operano onestamente e scrupolosamente.
L’Agenzia delle Entrate condanna con risolutezza i comportamenti disonesti, dinanzi al quale adotta con fermezza e celerità sanzioni disciplinari espulsive, e da anni orienta i propri sistemi di controllo interno nell’individuazione e prevenzione di ogni possibile abuso con particolare riferimento ai potenziali comportamenti fraudolenti“.