Genova – Sciopero della fame per veder riconosciuti i loro diritti e quantomeno la giusta retribuzione. Sono i giudici onorari che, nel capoluogo ligure come nel resto d’Italia, protestano contro le condizioni di lavoro che li hanno trasformati in “giudici di serie B” pur essendo chiamati a sopperire alle carenze del sistema giudiziario italiano.
Prima hanno iniziato a non tenere le udienze programmate ma ora hanno deciso di passare allo “sciopero della fame” per rendere ancora più evidente il disastro causato da anni ed anni di scarsa attenzione al problema della Giustizia.
Le aule dei Tribunali scoppiano letteralmente per il numero di casi da affrontare ed il numero dei magistrati “regolari” si riduce di anno in anno per effetto dei pensionamenti e non si provvede, salvo rari casi, alla loro sostituzione.
Per ridurre il peso delle udienze il Governo ha fatto nascere la figura professionale del “giudice onorario” che ha gli stessi requisiti del magistrato ma non ha l’abilitazione del concorso nazionale e, soprattutto, non è un dipendente stabile dell’amministrazione pubblica ma, piuttosto, una sorta di Cococo della Giustizia.
Loro il compito di dirimere liti di profilo magari meno impegnativo rispetto a quelle dei togati di ruolo ma non meno faticose.
L’Europa ha già criticato duramente l’Italia per questo genere di interventi ma la “svolta” che il Governo intenderebbe dare potrebbe essere peggiore della situazione attuale.
Per questo motivo i giudici rispetteranno il digiuno per un giorno alla settimana per sottolineare che i loro compensi non permettono di arrivare “a fine mese” ma potrebbero estendere la protesta se il Governo dovesse confermare i suoi propositi invece di ascoltare i “suggeriementi” dell’Unione Europea.