Torino – Si è tolto la vita gettandosi da settimo piano di una palazzina di corso Grosseto, a Torino, senza lasciare messaggi che potessero spiegare il gesto, compreso dagli investigatori solo quando è stato ritrovato un fascicolo in procura.
Roberto Mercuri, commercialista di 48 anni, non ha retto allo scandalo dei certificati falsi per l’efficienza energetica che lo avevano travolto così ha deciso di farla finita.
Mercuri era finito in manette quando l’indagine coordinata dal pm Roberto Furlan che aveva coinvolto imprenditori e avvocati si era allargata ai libri contabili.
Le accuse mosse andavano dal riciclaggio alla truffa ai danni dello stato. Mercuri sapeva come destreggiarsi nel sistema tanto da sapere a chi intestare le società e curando gli interessi dei suoi clienti arrivando a guadagnare, secondo la Procura, un milione e trecento mila euro nel 2016, denaro con cui conduceva uno stile di vita lussuoso portato avanti fino al momento dell’arresto.
Dopo quattro mesi di carcere, il commercialista era tornato libero lo scorso 22 febbraio. Abbandonato lo stile di vita degli eccessi, l’uomo si era trasferito dal padre fino alla drastica decisione.