Genova – La sezione genovese di Gioventù Nazionale chiede la revoca dell’autorizzazione all’uso delle sale pubbliche del Municipio VII Ponente per il convegno intitolato “Foibe: la grande menzogna”.
In una nota inviata al Municipio e al Comune di Genova, i rappresentanti di Gioventù Nazionale chiedono l’intervento immediato del Sindaco, del Presidente del Municipio VII e degli assessori per revocare l’autorizzazione concessa all’ “Osservatorio Antifascista Permanente” che avrebbe organizzato l’incontro.
“Evidentemente è destino che, a scadenza regolare, certe posizioni assurde ritornino a galla – scrive Gioventù Nazionale – Quello che non si può tollerare è che sia loro concesso, come palcoscenico, una sede istituzionale. Il dramma delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata sono stati riconosciuti dalla Repubblica Italiana con la legge n° 92 del 30 marzo 2004, ed il loro rispetto deve unire tutti coloro che partecipano alla vita politica della Nazione, a partire consiglieri di Municipio fino ad arrivare a parlamentari e ministri.
Ci aspettiamo che, come è logico e naturale, il Municipio vieti l’utilizzo della Sala per il vergognoso Convegno, e ci attendiamo anche una dura reprimenda da parte dell’Assessore alla Cultura e del Presidente di Municipio. D’altronde come dimenticare la solerzia con la quale si era impedito, lo scorso 7 Aprile, all’Associazione culturale “Il Ramo d’Oro” di presentare un libro sulla storia del conflitto anglo-irlandese nelle sale del Mediolevante?”.
La risposta del Municipio VII Ponente non si è fatta attendere e l’autorizzazione all’uso della sala è stata revocata.
“La sala è stata chiesta dal Comitato Permanente Antifascista – scrive Claudio Chiarotti, presidente del Municipio VII Ponente – per un’iniziativa che non è stata patrocinata da questo Municipio, che aveva invece concesso lo spazio. Tuttavia oggi, visionando il titolo attribuito all’iniziativa, è divenuto evidente come questo non sia compatibile con il pensiero del nostro Municipio che da sempre combatte ogni forma di revisionismo storico.
Pertanto siamo giunti alla scelta di non concedere lo spazio così da fare chiarezza al di là di ogni strumentalizzazione”.