Genova – E’ intervenuto a difendere una giovane donna, malmenata dal fidanzato in mezzo alla strada, ritrovandosi con il volto tumefatto per i pugni ricevuti.
Una storia che accade molte, troppe volte, ma che acquista un eco mediatico forte se coinvolto nella rissa a difesa interviene un personaggio famoso.
E’ accaduto a Stash, il cantante dei The Kolors, la popolare band trionfatrice ad Amici e reduce dallo scorso Festival di Sanremo.
Antonio Fiordispino, questo il vero nome del frontman, si trovava per strada insieme ad alcuni amici quando la sua attenzione è stata catturata dalle urla di una ragazza e di un ragazzo, impegnati in una lite.
Improvvisamente l’uomo ha colpito la donna al viso con uno schiaffo, un gesto forte che ha spinto Stash ad intervenire.
Una violenta scazzottata terminata con la fuga del violento e dei suoi amici e con un occhio pesto per il cantante.
E’ stato lo stesso Stash, in un lungo post su Instagram, a mostrare il suo volto e a raccontare cosa è accaduto, invitando chiunque si trovi in presenza di una violenza, ad intervenire senza paura.
“Ho pensato a lungo prima di scrivere questo post, – ha esordito il cantante – un po’ perché non avevo idea di come mettere per iscritto le emozioni e la rabbia, e un po’ perché c’è sempre una piccola voce dentro di me che consiglia di non parlare, di lasciar perdere.
Questa volta quella voce ho deciso di metterla a tacere, perché voglio raccontarvi una storia.
Ero a con gli amici a fare un giro, avete presente le sere estive in cui si ride, si scherza e si pensa solo all’allegria di quei momenti? Tutto questo è stato interrotto dalle urla di un ragazzo e una ragazza, stavano litigando. All’inizio niente di strano, quante volte assistiamo a scene del genere? Ma quello che sembrava un normalissimo litigio di punto in bianco è degenerato quando lui, avrà avuto una trentina d’anni, ha deciso di mollarle uno schiaffo così forte che le ha quasi girato la testa. “Io faccio quel cazzo che voglio”, è stata la frase d’accompagnamento. Non so se sia stata quella sberla o il senso di sicurezza nella voce a darmi più la nausea. Quello era un uomo davvero convinto di poter fare quello che voleva, anche picchiare una ragazza che sarà pesata la metà di lui. È successo tutto incredibilmente in fretta nella mia testa, e sono intervenuto ancora prima di rendermi conto che quell’ometto non fosse solo. Come in ogni scazzottata le ho date e le ho prese, e non ho nemmeno idea di dove siano finiti lui o i suoi amici. Ma io sono qui per dire a tutti che zitti e fermi non bisogna mai rimanerci. Quando vedete un’ingiustizia, quando vedete che qualcuno ha bisogno della vostra gentilezza e qualcun altro merita la vostra violenza, agite. Aiutate, aiutatevi. Nessuno dovrebbe permettersi di alzare le mani su una donna e pensare di averne il diritto, che non gli succederà niente.
Quindi, caro stronzo, tu sai chi sei. E ora con un po’ di fortuna saprai anche chi sono io.
Le donne non si toccano, magari ora l’hai capito con l’unico linguaggio che i pezzi di merda sanno parlare“.