Genova – Continuano le attività di soccorso dopo il crollo, avvenuto ieri, del ponte Morandi, il tratto finale dell’autostrada A10.
Al momento, le vittime accertate sono 35, 15 i feriti ricoverati negli ospedali cittadini, ma il numero potrebbe salire nelle prossime ore.
E mentre la macchina dei soccorsi non accenna a fermarsi, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha pubblicato un lungo post su Facebook dove ribadisce che i colpevoli del disastro dovranno pagare.
“Sono passate nemmeno 24 ore dalla tragedia che ha colpito Genova – scrive Toninelli – e come tutti noi ho ancora negli occhi quelle terribili immagini del crollo del ponte Morandi. Oggi sarò tra le macerie macchiate di sangue e provo rabbia perché in un Paese civile non si può morire per un ponte che crolla. Lo voglio ribadire con ancora più forza: chi ha colpe per questa tragedia ingiustificabile dovrà essere punito. Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versano tasse in pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari”.
Poi ancora: “I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto. E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncia fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro”.
Il post del ministro delle Infrastrutture procede ancora: “Se non sono capaci di gestire le nostre Autostrade, lo farà lo Stato.
Contemporaneamente a questi atti doverosi, dobbiamo badare a ricostruire e manutenere, seppure con il pensiero sempre rivolto alle vittime e alle loro famiglie. Per quanto riguarda Genova, verrà usato il Fondo Emergenze della Protezione civile per ripristinare la viabilità ordinaria, prendendo in considerazione anche la possibilità di prolungare fino a Voltri la ‘Strada a mare’. Per la ricostruzione del ponte Morandi, che voglio sottolineare necessitava di manutenzione da decenni, verranno poi utilizzate le risorse del Piano economico e finanziario di Autostrade, da discutere eventualmente a settembre, e altre risorse non impegnate e prese da due fondi dedicati in parte a interventi infrastrutturali.
Quindi, il nostro impegno continuerà ad essere quello di investire soldi per la cura e la ristrutturazione dell’esistente. Ci sarà un vero e proprio piano Marshall per la messa in sicurezza delle nostre infrastrutture, molte delle quali sono state costruite negli anni ’60 e ’70. Penso sia nostro dovere usare i soldi pubblici per la manutenzione di queste arterie vitali del nostro Paese, invece di sprecarli in mastodontiche opere inutili. Un progetto su cui punto molto è quello per un monitoraggio attraverso semplici sensori che verificano la stabilità di infrastrutture e viadotti. Un sistema tecnologico che ci permetta di dire: mai più stragi come quella di Genova.
A chi invece sta speculando su questa tragedia voglio dire: è impensabile, oltre che ignobile, collegare il crollo del ponte Morandi alla messa in discussione della realizzazione della Gronda di Genova, su cui è in corso un’analisi costi-benefici. Si tratta di un’opera che non costituisce una soluzione sostitutiva rispetto al viadotto sull’A10. E che comunque sarebbe pronta nel 2029. Ora basta sciacallaggio, noi vogliamo le grandi opere utili. E pensiamo soprattutto a rendere sicura questa nostra malridotta Italia”.