Genova – Prosegue l’emergenza infezioni nel capoluogo ligure dove, negli ultimi giorni, alcuni animali sono stati uccisi da una forte infezione di origine virale: la parvovirosi canina. Il fenomeno sta preoccupando molto i proprietari di cani anche perchè la malattia si trasmette di esemplare in esemplare, attraverso le feci infette, e gli animali infetti possono non manifestare alcun sintomo o manifestarli solo dopo un periodo piuttosto prolungato aumentando il contagio anche in modo inconsapevole.
I cani portati a spasso dai loro padroni possono entrare in contatto con le deiezioni prodotte (e non raccolte) da altri animali che possono essere infetti anche a livelli minimi e non ancora “evidenti”. Un contagio oro-fecale (contatto delle mucose del naso e della bocca con deiezioni) che non può essere evitato se non con la massima attenzione dei padroni sia nel controllo dei propri animali che nella raccolta delle loro deiezioni.
Il contagio può avvenire nei parchi e nei giardini dove gli animali si radunano per giocare o per una “sgambata” ma anche nei normali tragitti quotidiani.
Secondo i Veterinari interpellati occorre fare molta attenzione allo stato di salute del proprio animale. Inappetenza e condizioni di affaticamento possono essere i primi sintomi e quando subentra nausea, vomito e dissenteria la situazione è già molto critica perché non esiste una terapia “mirata” contro il virus ma solo una serie di farmaci e rimedi che possono “sostenere” l’animale nella fase critica dell’infezione, con la speranza che l’animale si riprenda velocemente superando le crisi.
Cuccioli ed esemplari anziani sono i più “a rischio” sia per il comportamento meno controllabile dei cuccioli, che possono sfuggire e annusare feci infette, e sia perché le condizioni generali di salute di esemplari giovanissimi o piuttosto anziani, sono più delicate per le ridotte difese immunitarie.
I veterinari invitano pertanto al rigoroso rispetto delle norme che prevedono la rimozione immediata delle deiezioni dei cani, con l’effetto della riduzione del possibile contagio, e il ricorso al vaccino, l’unica vera arma a disposizione contro questa malattia molto aggressiva e spesso mortale.
L’ambiente tipico in cui avviene il contagio è quello esterno, per esempio un parco cittadino frequentato da molti cani o un altro ambiente dove i cani socializzano.
Le possibilità di infezione sono piuttosto alte, dal momento che il virus è molto resistente e può sopravvivere a lungo nell’ambiente esterno e sugli oggetti su cui si deposita, ed è contenuto in abbondanza nelle feci degli animali infetti.
Ad aggravare la situazione anche il fatto che solo il 20% degli animali infetti sviluppa la malattia e questo significa che gli animali infetti ma che non presentano apparentemente alcun sintomo, possono circolare per giorni e settimane ospitando ancora il virus e depositandolo con le feci nei luoghi frequentati.
Vere e proprie “mine vaganti” che possono infettare moltissimi altri esemplari senza che il padrone se ne accorga.
Fondamentale quindi, il rigoroso rispetto delle norme sulla raccolta delle deiezioni. Una mancanza in questo senso non è più solo segno di inciviltà ma anche un pericoloso comportamento sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza degli altri animali.
Un ulteriore buon motivo per pretendere che tutti i proprietari di cani provvedano regolarmente e chi assiste ad una violazione dovrebbe intervenire con decisione.
Sulla sua pagina Facebook SpeedVet consiglia a tutti i proprietari di cani alcuni piccoli accorgimenti:
– Evitare se possibile il contatto con cani sconosciuti in aree quali parchi, prati, aree sgambatura.
– Evitare che per strada il cane lecchi feci o altri oggetti che possano essere entrati a contatto col virus.
E soprattutto controllate che la vaccinazione sia stata fatta e il vostro amico sia protetto
In caso contrario contattate il vostro veterinario di fiducia e decidete insieme a lui le tempistiche per la nuova vaccinazione.