L’Iplom di Busalla

Genova – Sono cinque le persone indagate dalla Procura di Genova per lo sversamento dell’Iplom.

A tre anni dallo sversamento di greggio nel torrente Polcevera, causato dalla rottura di un tubo, le indagini hanno portato al verdetto: quattro dirigenti della raffineria di Busalla e un consulente esterno dovranno rispondere di inquinamento ambientale colposo.

Il 17 aprile del 2016 il greggio in fase di trasferimento da una nave cisterna attraccata al Porto Petroli di Multendo alla raffineria di Busalla, per uno squarcio nel tubo lungo 70 centimetri, era fuoriuscito riversandosi nel rio Pianego, nel rio Fegino e nel Polcevera per poi finire in mare.

Le operazioni di messa in sicurezza e di bonifica erano durate per diversi giorni.

I Vigili del Fuoco avevano impiegato schiumogeni e panne assorbenti per idrocarburi per cercare di limitare lo sversamento in mare.

Successivamente, l’area era stata sequestrata insieme al tratto di oleodotto interessato dalla rottura; la Procura aveva quindi disposto una perizia per valutare lo stato della condotta e la manutenzione.

Dall’episodio sono partite le indagini e le verifiche del caso, durate tre anni, a cui hanno partecipato anche Arpal, Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco e Polizia Locale.

Per la Procura il direttore della raffineria, il responsabile delle manutenzioni, il responsabile operativo e pipeline manager, l’ingegnere responsabile delle manutenzioni meccaniche e il consulente esterno che certificò un falso collaudo avrebbero consentito l’uso della tubatura, nonostante la scarsa manutenzione, ricevendo supporto dal consulente che avrebbe firmato il report.