Imperia – L’alpeggio di un allevatore sul monte Fronté è stato preso di mira da un branco di lupi, che negli ultimi giorni, sistematicamente, ha attaccato sia vitelli sia bovini adulti. Un danno che riporta all’ordine del giorno la necessità di investimenti concreti per evitare che lo scontro tra chi lavora e gli animali che, crescendo in numero, talvolta possono creare danni pur non costituendo una minaccia reale per l’uomo.
La denuncia arriva dalla Coldiretti Imperia che ricorda che l’allevatore, ogni anno, si reca con la sua mandria di più di 200 capi di razza piemontese sulla cima del monte, ma che, ad oggi, non riesce a contenere i ripetuti attacchi del lupo, riportando gravissime perdite.
Solo negli ultimi giorni l’azienda ha perso circa 10 vitelli e purtroppo gli attacchi continuano: di alcuni animali non sono neanche stati ritrovati i resti quindi non potrà essere neppure percepito l’indennizzo.
Quest’azienda, come altre della zona, versa in una grave e oggettiva difficoltà in quanto ad aggravare la situazione, si aggiungono spesso casi di cattiva burocrazia, con ad esempio intoppi e ritardi di finanziamenti sul PSR Ambientale.
Dal 2015, sono aumentati nell’intero arco regionale, gli attacchi di questo animale arrivato da oltre Appennino. Gli attacchi del lupo (documentati da perizie veterinarie), colpiscono principalmente gli esemplari ovini e caprini delle aziende agricole, ma non di rado, come in questo caso, approfittano della mandria al pascolo colpendo specialmente i vitelli, causando gravi perdite sia economiche che in termini di produzione futura.
Una situazione che può tranquillamente essere risolta grazie alle scelte che gli enti preposti possono fare: investire sulla convivenza, possibile, tra uomini e lupi.
Per farlo occorre dotare gli allevatori dei sistemi di guardia e dei giusti e tempestivi risarcimenti, prima che lo scontro torni a provocare episodi di bracconaggio o di ingiustificata violenza nei confronti di animali che sono fondamentali per riequilibrare l’ambiente alterato dei nostri boschi e monti, con presenza di animali come daini e caprioli che non sono “naturali” e che rappresentano la stragrande maggioranza delle prede dei lupi che certo non hanno alcun interesse ad avvicinarsi all’uomo.
“Gli allevatori – affermano il presidente di Coldiretti Imperia Gianluca Boeri e il direttore provinciale Domenico Pautasso – sono arrivati al limite della sopportazione, tra intoppi burocratici, che rendono ancora più dura l’attività, e attacchi della fauna selvatica, cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, che riduce vertiginosamente il numero di capi presenti in azienda: non si può far finta che il problema non ci sia e bisogna trovare delle soluzioni immediate per evitare che molte zone dell’entroterra vengano abbandonate con tutte le gravi conseguenze economiche, paesaggistiche e ambientali che ne deriverebbero. È indispensabile prima di ogni cosa che venga ripristinata la viabilità della zona, con la riparazione della tratta di strada di Mendatica-Triora. Come Coldiretti Imperia chiediamo, sia per il caso specifico del nostro allevatore sia per tutti gli altri, all’amministrazione Provinciale e a tutti gli organi governativi preposti, di portare avanti un impegno vero e non solo verbale che aiuti seriamente le imprese del territorio, le quali non riescono più a lavorare serenamente”.